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21 Settembre 2019 - 12:47
NAPOLI. Non era un camorrista né un pregiudicato Vittorio Barruffo, 44enne originario del centro storico di Napoli, emigrato prima a Viareggio e poi in Francia per lavoro. Da due anni abitava a Montalieu-Vercieu, dove aveva trovato un impiego nel settore delle costruzioni. Ma è soprattutto in Toscana che ha trascorso buona parte della sua vita, rendendosi nel 2009 protagonista e vittima al tempo stesso di una storia passionale. Fu accoltellato dal nuovo compagno della sua ex moglie, alla quale lui non aveva riservato solo carezze e perciò finì agli arresti domiciliari per maltrattamenti. Per gli investigatori nulla al momento fa pensare a una vicenda simile che potrebbe essergli costata una morte così orrenda: ucciso, tagliato a pezzi e lasciato in un bosco. Così come le autorità non ipotizzino un suo coinvolgimento in affari loschi del luogo. Ecco perché l’omicidio è avvolto nel mistero più fitto. Vittorio Barruffo prima di morire era stato stordito con un forte colpo in testa, probabilmente sorpreso alle spalle da qualcuno di cui si fidava. Il corpo, mutilato ma senza amputazione degli arti, era avvolto in un telo di cellophane trovato da un cacciatore in un’area boschiva di Charette nell’Isere, dipartimento francese della regione del Avernia-Rodano-Alpi, a circa trenta chilometri di distanza da Bourgon-Jallieu. Dall’autopsia disposta dalla magistratura francese sono emerse “lesioni craniche” provocate da un oggetto contundente, come ha spiegato il procuratore di Grenoble. La morte potrebbe essere sopraggiunta per emorragia a causa delle gravi riportate in varie parti del corpo. All’identificazione del corpo si è arrivati tramite l’esame del dna. Vittorio Barruffo era scomparso il 9 luglio. Di lui si era occupata anche la trasmissione “Chi l’ha visto?”. La famiglia, una parte della quale abita a Boscoreale e nella zona vesuviana, e in particolare la sorella aveva fatto diversi appelli via social dopo la sua scomparsa da Montalieu-Vercieu. A Viareggio, nel 2009, era stato vittima di un accoltellamento all’addome per motivi passionali. Ci fu per lui una lunga operazione perché le condizioni erano gravi. Poi si riprese e restò in Toscana fino a due anni, quando si trasferì in Francia. L’episodio avvenne in località Terminetto, in strada. Tutto cominciò per una telefonata che Vittorio Barruffo aveva fatto alla figlia di sei anni intorno alle 21 e 30. La bambina aveva quindi riferito al padre che stava cenando con la madre e con il compagno della donna. La frase, probabilmente secondo gli investigatori, era stata la molla che aveva scatenato la gelosia dell’uomo, che senza perdere tempo precipitò a casa della ex moglie. In strada ci fu una violenta discussione tra lui e Angelo Pinzi, il quale estrasse un coltello e lo colpì all’addome provocandogli una grave ferita. Al ferimento assistettero tra l’altro decine e decine di testimoni.
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