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08 Novembre 2015 - 21:06
Ricoverata al pronto soccorso con microfratture ed ematomi, l'Arcigay: atto intollerabile
NAPOLI. L’ennesima aggressione perpetrata su una donna transessuale, si è registrata sabato a Napoli. La vittima è Rosa Rubino, militante napoletana. Ad eseguire la violenza sono stati i fratelli e le sorelle, approfittando dell’assenza dell’anziana madre ricoverata in ospedale (di cura Rosa è tutrice legale e con cui divide l’appartamento).
Alle minacce verbali, di stampo omo-transfobico che caratterizzano da sempre i rapporti con i familiari, è seguita questa volta anche l’aggressione fisica: i familiari le si sono avventati addosso con violenza inaudita e l’hanno poi cacciata di casa.
L’Arcigay Napoli esprime solidarietà e vicinanza a Rosa
«Quello che è avvenuto - dichiara Daniela Lourdes Falanga, responsabile delle politiche trans dell’associazione - è uno degli ordinari atti subiti dalle persone trans, da sempre stigmatizzate e private della possibilità di quella socialità comune a tutti, che fa reclamare con urgenza il bisogno di case d’accoglienza e azioni atte a creare politiche di integrazione».
Dopo una visita al pronto soccorso, dove sono state riscontrate microfatture, ematomi e graffi su tutto il corpo, oltre ad una crisi di panico e forte tachicardia, ora Rosa è ospite da una cugina e già lunedì, avvalendosi del supporto dello Sportello Legale di Arcigay Napoli, sporgerà regolare denuncia.
Tutto questo avviene a pochi giorni dal TDoR, il giorno del ricordo di tutte le vittime di violenza transfobica che si celebra a livello internazionale (ed anche a Napoli con una fiaccolata nella centralissima e affollatissima via Toledo) il 20 novembre di ogni anno. Ricorrenza che si rivela quanto mai tristemente necessaria.
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