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Whirlpool, stop di 8 ore: vertenza in Cdm. Domani corteo fino al Consolato Usa

Whirlpool, stop di 8 ore: vertenza in Cdm. Domani corteo fino al Consolato Usa

NAPOLI. Stop di 8 ore, domani, in tutte le fabbriche italiane del gruppo Whirlpool per protestare contro la vendita del sito di Napoli annunciato nei giorni scorsi dalla multinazionale americana. I circa 5 mila 500 lavoratori degli 8 siti italiani, dunque, incroceranno le braccia per ribadire il proprio no alla cessione del ramo d'azienda a Prs, Passive Refrigeration Solutions, di Lugano e chiedere il rispetto dell'accordo 2018 che prevedeva, al contrario, un rilancio dello stabilimento di lavatrici di via Argine e la tutela occupazionale dei 430 lavoratori. Una mobilitazione che culminerà il 4 ottobre prossimo con una manifestazione a Roma. Nel frattempo anche il governo non sembra affatto intenzionato a rimanere alla finestra. Dopo lo stop al tavolo di confronto deciso dal ministro dello Sviluppo Stefano Patuanelli («è inutile sedersi con chi ha già deciso» aveva detto venerdì scorso) la trattativa potrebbe approdare in tempi brevi in Cdm, sembrerebbe già nel prossimo. E tra le ipotesi a cui si starebbe lavorando per sbloccare la situazione anche quella di una 'convocazione' da parte del premier Giuseppe Conte della multinazionale americana per sollecitarla a quel passo indietro già chiesto dai sindacati e dal Mise per riaprire il tavolo di confronto su altre basi. La vertenza, d'altra parte, è il ragionamento di chi segue il dossier, non ha più i connotati di una semplice crisi aziendale: Whirlpool è una multinazionale che ha firmato nel 2018 un accordo con il governo italiano e la strada per uscire da questo muro contro muro non passa più da norme e incentivi, peraltro declinati dalla azienda stessa nei mesi scorsi. Whirlpool dal canto suo non si sbilancia: ribadisce, all'Adnkronos, di aver avviato la procedura di cessione di ramo d'azienda e di essere disponibile, nell'ambito di questo percorso, a confrontarsi con il Governo e le parti sociali. Al momento, annota ancora la multinazionale , “c'è una procedura con dei tempi, esauriti i quali decideremo cosa fare".

I SINDACATI ALZANO IL TIRO. Intanto i sindacati alzano il tiro. «Condividiamo ciò che ha detto il ministro: il gruppo deve ritirare la procedura di cessione e sedersi di nuovo al tavolo, ripartendo dagli accordi che erano stati firmati a ottobre e che prevedevano investimenti nel nostro paese», dice il leader Cgil, Maurizio Landini per il quale il governo deve svolgere una «funzione di difesa e rafforzamento della nostra industria». E a chiedere una “svolta" effettiva nella vertenza anche la Uilm. «Servono provvedimento veri: le minacce e le promesse non seguite da atti concreti non solo non bastano ma possono essere controproducenti», ammonisce il segretario nazionale Gianluca Ficco rilanciando la richiesta di replicare il modello Electrolux con cui si finanziarono sgravi fiscali per quelle aziende che ricorrevano ai contratti di solidarietà. «Serve rifinanziare quelle norme, utili perché compatibili con i vincoli posti dalla Ue agli aiuti di Stato, e riaprire il bando ma velocemente; più passa il tempo più diventa difficile perché Whirlpool assume decisioni difficili da modificare. Abbiamo infatti la sensazione che l'azienda vada avanti come se presumesse che il governo italiano fosse incapace di far rispettare gli accordi», incalza ancora Ficco. Domani, intanto, contestualmente allo sciopero i lavoratori di Napoli e di Caserta manifesteranno davanti al consolato americano del capoluogo campano mentre il sindaco Luigi De Magistris incontrerà, nel tardo pomeriggio, il ministro Patuanelli. «La lotta dei lavoratori della Whirlpool è la lotta di tutta la città», ha detto oggi. 

CORTEO FINO AL CONSOLATO. In occasione del primo dei due giorni di sciopero in tutto il gruppo Whirlpool, i lavoratori dello stabilimento di Napoli andranno domani in corteo davanti al Consolato degli Stati Uniti. Il corteo partirà alle ore 10 dalla stazione della metropolitana di Mergellina per dirigersi verso piazza Repubblica. «Abbiamo chiesto di essere ricevuti dal console, al quale vogliamo chiedere che si faccia portavoce con il presidente Trump, visti i rapporti cordiali che intercorrono fra il nostro presidente del Consiglio e il capo della Casa Bianca, per favorire con la multinazionale americana una relazione che riesca a modificare la decisione di Whirlpool Italia», dichiara Rosario Rappa, segretario generale della Fiom di Napoli. «Siamo arrivati a questo livello di interlocuzione - spiega - poiché è ormai chiaro, come da ultimo l'incontro tra l'azienda e il ministro Patuanelli ha dimostrato, che il management guidato dall'amministratore delegato La Morgia non ha nessuna possibilità di modificare decisioni imposte da oltreoceano. Ormai, di tempo, le lavoratrici e i lavoratori ne hanno perso abbastanza, è necessario intervenire presso il board americano affinché diano un nuovo mandato a trattare». Le iniziative di mobilitazione continueranno per tutta la settimana e per la prossima, fino ad arrivare alla manifestazione nazionale del gruppo, venerdì 4 ottobre a Roma.

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