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Stabia antica senza futuro: risepolta la struttura emersa negli scavi di piazza Unità d'Italia

Stabia antica senza futuro: risepolta la struttura emersa negli scavi di piazza Unità d'Italia

Il Roma aveva lanciato l'allarme il 1° agosto: assenza di fondi. I responsabili dello scavo erano "fuggiti in vacanza" e le rovine antiche erano state abbandonate alla loro sorte. Dagli scavi erano emerse lucerne con fregi cristiani e monete di epoca costantiniana

CASTELLAMMARE DI STABIA. È stata di nuovo coperta dal terreno la struttura di fattura romana risalente al IV secolo dopo Cristo, appartenente, cioè a un insediamento della Stabiae ricostruita dopo l’eruzione del 79 dC. Era emersa a metà marzo, in pieno centro cittadino, in piazza Unità d’Italia, praticamente ai piedi della stazione centrale della Circum Castellammare di Stabia. E la notizia fu che la Soprintendenza intendeva proseguire gli scavi per comprendere meglio la storia dell’antica Stabiae. Il ritrovamento di lucerne cristiane e di monete d’epoca costantiniana hanno consentito la datazione della struttura che, per la presenza di un’ampia vasca, si presume dovesse costituire un impianto termale. Il valore storico della scoperta perciò è importante. Ma fu proprio il “Roma” a lanciare l’allarme il primo agosto scorso: lo scavo era stato abbandonato per assenza di fondi. Il Comune si affrettò a smentire la notizia che, però, ieri è stata confermata nei fatti.

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«Le strutture archeologiche di piazza Unità d’Italia verranno valorizzate nell’ambito delle opere di collegamento con la stazione ferroviaria - afferma il sindaco Gaetano Cimmino - Il saggio sarà momentaneamente reinterrato e sarà restituito alla città e ai turisti non appena saranno definiti i dettagli procedurali del nuovo camminamento, finanziato totalmente da Eav con il nulla osta della Soprintendenza, per realizzare un vero e proprio mini-sito archeologico in pieno centro. La piazza verrà riaperta». Le parole vogliono essere di speranza. Ma i fatti restano. Ieri la struttura archeologica è stata sepolta da camion di terreno, riversati su un «tessuto geotessile e materiale inerte - ha spiegato l’assessore all’Urbanistica Fulvio Calì - tale da consentire una corretta protezione delle strutture murarie emerse, sotto l’assistenza degli archeologi che hanno condotto le indagini previste». L’ultima promessa del sindaco è che l’amministrazione continuerà il dialogo con la Soprintendenza di Napoli, Eav e con gli archeologi e i geologi per valutare l’opportunità di proseguire gli studi, con ulteriori carotaggi».

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