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A Scampia un calcio al pregiudizio

A Scampia un calcio al pregiudizio

NAPOLI. Venti ragazzi e un pallone a Scampia, in un minitorneo di calcio a cinque. Così, per divertirsi un po’, a partire dalle 18, in questo sabato d’inizio autunno. Non è una notizia, dirai tu, lettore impaziente. Aspetta un attimo, invece, e lasciati sorprendere. Vengono da Firenze, Roma, Bari e Caserta, e sono cinque per ogni squadra. Si tratta di ragazzi davvero speciali. Perché non vedono. Sì, hai capito bene: sono ciechi. Possono giocare perché all’interno del pallone ci sono dei sonagli che permettono di individuarne la traettoria con l’udito. Che, si sa, nei non vedenti è molto sviluppato. Chi li ha già visti all’opera, dice che sono dei portenti: in campo corrono di gran lena e non si risparmiano. Il portiere, l’unico che si avvale dell’aiuto di un suggeritore, ha davvero molto da faticare. Si chiama “Vedere oltre”, ed è il  primo quadrangolare di calcio per non vedenti che si svolge a Napoli, nel centro sportivo Arci Scampia, presieduto da Antonio Piccolo (nella foto), per tutti Tonino, che lo organizza insieme alle associazioni sportive dilettanti Quartotempo, Casa Hirta, Roma e Bari. «Sarà un bel momento per la città – dice Piccolo – si disputeranno 2 semifinali e 2 finali di 25 minuti ciascuna. Poi ci sarà la premiazione: una coppa per ogni squadra, così tutte conserveranno un ricordo di questa serata e poi tutti quanti ceneremo insieme con un bel piatto di pasta e la mozzarella di bufala offerta da uno sponsor della squadra casertana». S’infervora, Tonino, quando parla della scuola calcio di Scampia, da lui fondata 34 anni fa, e diventata, con i due campi regolamentari e il campo di calcetto, un punto di riferimento essenziale per oltre 400 ragazzi del quartiere. Ma non ce la fa a nascondere una nota di disappunto: «Ci sono molti giudizi approssimativi intorno a Scampia, invece qui ci sono un sacco di belle persone: uomini e donne che non solo si impegnano ma lo fanno anche con qualità. Per accorgersene, però, bisogna saper guardare». Vedere oltre, insomma, proprio come suggerisce il quadrangolare di oggi. Oltre il pregiudizio, oltre Gomorra, oltre le vele. Andiamoci, a fare il tifo per questi ragazzi. E chissà che non finiamo col renderci conto che i veri non vedenti siamo noi.

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