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08 Ottobre 2019 - 07:00
Il tributo per Pierluigi Rotta e Matteo Demenego davanti alla Questura. Domani l’autopsia
NAPOLI. Oltre cento persone, tra agenti di polizia e cittadini comuni, hanno reso omaggio con una fiaccolata, all’esterno della Questura di via Medina, a Pierluigi Rotta e Matteo Demenego, i due agenti di polizia uccisi a Trieste venerdì da un uomo che era stato fermato.
LA CERIMONIA. All’ingresso del quartier generale della polizia napoletana, alla presenza del questore Alessandro Giuliano, è stata deposta una corona di fiori: la cerimonia è stata accompagnata da un preghiera. A organizzare il presidio le sigle sindacali di polizia. «È una vicenda che ci ha lasciati sgomenti - dice Felice Romano del Siulp - e perciò siamo qui a ricordare i nostri colleghi. Ma non solo: vogliamo esprimere solidarietà a tutti gli esponenti delle forze dell’ordine che devono subire aggressioni mettendo a rischio anche la propria vita. Mentre per tutti esiste la presunzione di innocenza, per noi esiste, e siamo l’unica categoria, la presunzione di colpevolezza. Non credo alla versione che dipinge l’assassino come un pazzo. Ho incontrato la famiglia di Pierluigi, siamo vicini alla famiglia». Su quanto avvenuto, dice Tommaso Delli Paoli segretario nazionale del Silp Cgil-Uil, «bisogna anche fare chiarezza, ci sono indiscrezioni che vanno verificate. La polizia è preparata in tutto, al di là delle strumentalizzazioni che si stanno facendo. Siamo qui per ricordare i nostri colleghi, dopo sarà il momento delle polemiche». E a chiedere più sicurezza è il segretario nazionale del Sap, Ernesto Morandini: «La sicurezza non è mai sufficiente, ecco perché bisogna investire per renderla sempre più efficiente». Intanto si aspettano gli esami autoptici che saranno eseguiti a Trieste domani per stabilire il trasferimento della salma. Il rito funebre sarà officiato nella parrocchia di Lago Patria dai vescovi di Giugliano, attuale città di residenza della famiglia e di Pozzuoli, città d’origine della famiglia Rotta.
L’OMELIA DEL PARROCO. Nella chiesa di San Liborio toccanti le parole di padre Marco Pappalettera nell’omelia dedicata agli agenti di polizia che hanno perso la vita. «Racconto del buon samaritano che chiede al Signore come fare per avere la vita eterna. E pensando al racconto mi veniva in mente i due poliziotti morti mi viene in mente cosa fanno un sacerdote e un Levita, cambiano marciapiede e fanno finta di non vedere, invece il Samaritano si occupa di chi è stato ferito - continua il parroco - I due poliziotti morti facevano con il buon samaritano, non cambiavano strada. Matteo e Pierluigi non hanno cambiato strada nemmeno quel giorno, compiendo la loro vocazione per custodire la città e hanno pagato con la propria vita la loro vocazione. Non è motivazione nell’omicida, mentre Matteo e Pierluigi nel loro cuore avevano la motivazione di offrire la loro vita per chi è più debole, chi è più in difficoltà. Compiendo la loro vocazione sino in fondo, non rimanere davanti ai drammi indifferenti, hanno dato l’esempio. Chi ha vissuto compiendo la loro vocazione vedrà la luce del padre. Preghiamo per Matteo e Pierluigi».
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