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Stabiae e l'Antiquarium chiuso, patrimonio da 150 milioni di euro

Stabiae e l'Antiquarium chiuso, patrimonio da 150 milioni di euro

Ottomila reperti "nascosti" in uno scantinato umido e inadeguato. La denuncia dello studioso Pierluigi Fiorenza: «È la Caporetto della politica stabiese»

CASTELLAMMARE DI STABIA. Continua il viaggio tra i “tesori nascosti” e abbandonati che ha intrapreso con intento divulgativo lo studioso Pierluigi Fiorenza. Negli anni di approfondimento del territorio stabiese, Fiorenza ha avuto modo di visitare e visionare molti luoghi e oggetti di inestimabile valore storico e archeologico. Al fianco dell’indimenticato storico stabiese, professor Pippo D’Angelo, e di altri ricercatori sulle tracce delle vestigia dell’antica Stabiae, Fiorenza ha spesso anche collaborato a documentari che ora sta pubblicando sui social per la fruizione pubblica. Ma osserva con rammarico: «Vorremmo parlare dei Beni culturali stabiesi e invece ci stiamo occupando dei suoi Mali culturali con tanti monumenti inaccessibili».

NELLE "SEGRETE" DELLA CATTEDRALE. Dopo Grotta San Biagio e l’Area Christianorum, che si trova sotto la cappella di San Catello in Concattedrale e continua verso via Gesù, passando per Palazzo Farnese, ma che resta inaccessibile proprio come la Grotta di San Biagio, Fiorenza ha preso a parlare dell’Antiquarium Stabiano «istituito sessant’anni fa dal preside Libero D’Orsi e chiuso vergognosamente il primo aprile del 1997». «Si tratta dell’autentica Caporetto della politica stabiese - afferma dal web - che in 22 anni non è stata capace di trovare una nuova sistemazione all’Antiquarium oppure di effettuare i lavori di ristrutturazione della vecchia sede. I motivi che ne determinarono la chiusura furono “l’umidità, la polvere, l’intonaco scrostato, l’insufficiente areazione, gli infissi deteriorati e l’esistenza di un solo servizio igienico” come si evince dal verbale dell’Asl del 3 dicembre 1996».

GLI 8MILA REPERTI. «Incredibilmente - prosegue Fiorenza - 8mila reperti di pregevole fattura non riescono a trovare una nuova e definitiva collocazione, se non a chiacchiere. Eppure, con un calcolo decisamente approssimativo e sottostimato, il loro valore, tra affreschi, statue e corredi funerari, si aggirerebbe sui 150 milioni di euro. E un imprenditore che non sa sfruttare un simile capitale come andrebbe etichettato?» «La chiusura è uno smacco anzi un’offesa per la vocazione turistica di Castellammare» - conclude la riflessione di Pierluigi Fiorenza mostrando il video, tratto dal documentario “I tesori di Castellammare, venticinque capolavori d'arte stabiese” che realizzò nel 2009 rcon Libero D’Amora.

LA POLEMICA SOCIAL: "GUARDIAMO AL BICCHIERE MEZZO PIENO". Su Facebook, sono tante le parole di gratitudine di chi apprezza nei video la possibilità di vedere ciò che non è dato ormai di visitare. Ma c’è anche chi contesta la discussione, come Egidio Valcaccia, che ha al suo attivo numerose pubblicazioni sulle opere d’arte e archeologiche di Castellammare di Stabia. Valcaccia, infatti, preferisce elencare i numerosi spazi che si aprono a chi vuole visitare - “gratis”, sottolinea - le bellezze e i tesori stabiesi per esortare a guardare al «bicchiere mezzo pieno».

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