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“Monnezza connection”, bomba ecologica sotto il tunnel che doveva collegare Arzano a Piscinola

“Monnezza connection”, bomba ecologica sotto il tunnel che doveva collegare Arzano a Piscinola

ARZANO. Monnezza connection, scoperta bomba ecologica di rifiuti tombati. Pali e vedette per facilitare gli scarichi. Arzano diventa capitale della “Terra dei fuochi”. Un triste primato e un tunnel, quello in cui avrebbe dovuto circolare l’asse viario metropolitano per collegare la città di Arzano alla vicina Piscinola, divenuto un sito di stoccaggio illecito. Migliaia di tonnellate di rifiuti speciali di ogni genere sepolti e accatastati per qualche chilometro. La discesa di accesso alla stessa disseminata di pneumatici, inerti, frigo, amianto, neon, batterie, pezzi di vetture e motocicli, e chi più ne ha più ne metta. Una polveriera che, se incendiata, avrebbe potuto far crollare l’intera volta della galleria e solo Dio sa quali danni avrebbe potuto produrre ai migliaia veicoli in transito e alla sopraelevata che poggia i suoi piloni proprio sul sito. A scoprirla, dopo l’inchiesta del quotidiano “Roma”, la polizia locale di Arzano coordinata dal comandante Luigi Maiello, coadiuvato dai carabinieri della locale tenenza giunti sul posto con due gazzelle e gli investigatori. Il sito in questione, secondo quanto accertato dagli inquirenti, sarebbe crocevia di quasi tutti i comuni viciniori, visto che l’ingresso ben si collega attraverso le rampe dell’Asse mediano alla rotonda. Ma quello che è subito saltato agli occhi dei primi a giungere sul posto è stata la mole di rifiuti presenti sulla discesa di accesso lunga alcune centinaia di metri. E a colpire ancor di più gli investigatori è stata la meticolosità con la quale i criminali hanno stoccato i rifiuti in modo da renderli “invisibili” all’occhio umano. La “santabarbara” della monnezza è situata giù alla discesa, uno slargo anche questo inondato da montagne di rifiuti industriali e non, mentre di fronte si staglia la grande volta della galleria nata circa una ventina di anni fa per collegare, attraverso l’asse mediano, i comuni a nord di Napoli (compreso Arzano) alla vicina Piscinola. Alta alcune decine di metri, nascondeva al suo interno, nella sua pancia, tonnellate di rifiuti di ogni tipo e provenienza. Una distesa di rifiuti a perdita d’occhio tanto che per misurane l’estensione e relazionare al magistrato di turno, la polizia locale ha dovuto far intervenire gli speleologi della Croce Rossa Italiana del Comitato di Napoli Nord. Appare ovvio che l’attività di sversatoio abusivo andava avanti da qualche anno e chi l’ha messo in piedi l’ha fatto ben conscio di aver creato un vero e proprio sistema di gestione illecita di rifiuti. L’intervento di ieri mattina ha consentito finalmente di interrompere l’attività̀ icriminale e avviare tutte le procedure amministrative per il sequestro con la successiva rimozione dei rifiuti dall’area con la ricerca di tutte le responsabilità di chi avrebbe dovuto vigilare e chiudere il sito e non l’ha fatto. Difatti, almeno da quello che trapela, la competenza del sito dovrebbe essere della Città Metropolitana.

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