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Crollo in Galleria, acquisiti due atti: «Il frontone era del Comune»

Crollo in Galleria, acquisiti due atti: «Il frontone era del Comune»

NAPOLI. Il giudice Barbara Mendia del Tribunale di Napoli ha fatto acquisire oggi due documenti nell'ambito del processo sulla morte del 14enne Salvatore Giordano, colpito da un pensate pezzo di stucco che nel pomeriggio del 5 luglio 2014 si staccò dal frontone della Galleria. Secondo questi nel marzo del 1996 la Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Napoli ottenne dal Comune il restauro dell'arcone della controfacciata lato Santa Brigida della Galleria Umberto I. Il difensore del Comune di Napoli, che si è costituito parte civile, si è opposto all'acquisizione dei due documenti. L'amministrazione comunale partenopea ha sempre sostenuto che la parte dalla quale si è staccato il pesante pezzo di stucco non fosse di sua competenza. «La nostra linea difensiva - dichiarano gli avvocati Sergio e Angelo Pisani, legali dei genitori e dei fratelli di Salvatore - non è mai mutata. Siamo sempre stati convinti che l'area interessata dai distacchi degli stucchi che colpirono il povero Salvatore sia di proprietà del Comune. In ogni caso - concludono i due legali - il Comune da tempo era stato informato dello stato di dissesto della Galleria e aveva l'obbligo di impedire questa tragedia anche solo transennando i marciapiedi sottostanti». La prossima udienza è stata fissata per il 21 gennaio 2020.

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