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16 Ottobre 2019 - 07:24
Via Nuova delle Brecce. Fiumi di percolato nel sito di stoccaggio di rifiuti organici.
NAPOLI. Percolato e miasmi micidiali, la bomba ecologica di Napoli Est è pronta a scoppiare in tutta la sua violenza. È un vero e proprio grido di dolore quello che arriva dai lavoratori della partecipata comunale Asìa impegnati nel sito di stoccaggio di rifiuti di via Nuova delle Brecce, al confine tra Gianturco e Ponticelli. Le condizioni di lavoro degli operai sono inqualificabili. La foto diffusa nelle scorse ore dal sindacalista Luigi Sandomenico mostra infatti uno scenario a dir poco da brividi. Lo scatto mostra infatti le condizioni pietose in cui è ridotto il sito di trattamento della frazione organica dopo le piogge che si sono abbattute in città nei giorni scorsi.
OPERAI IN RIVOLTA. A impressionare è soprattutto la quantità di liquido depositato al suolo: «Gli operai - attacca il sindacalista - sono costretti a lavorare in queste condizioni inqualificabili. Per quanto tempo ancora deve andare avanti questo schifo? Di questa situazione sono stati informati tutti gli organi competenti, ma fino ad oggi non è cambiato assolutamente nulla». Eppure appena un mese fa, dopo l’ennesima protesta dei residenti, il presidente di Asìa, Francesco Iacotucci, aveva dichiarato che la fase emergenziale dovuta alle tonnellate di umido non conforme «è stata superata» e che «ad oggi ci sono solo i materiali prelevati giornalmente che vengono stoccati e trasferiti nei siti autorizzati». Al fine di garantire maggiori garanzie per cittadini e dipendenti l’azienda aveva inoltre fatto sapere di essere in procinto di attuare tutte le procedure anche con impiantistica e strutture idonee.
GLI ABITANTI: «ORA UN TAVOLO PERMANENTE». Dal confronto con gli abitanti del quartiere era partita infine la richiesta di attuare nell’immediato alcune azioni tese all’abbattimento dei miasmi. Tra le proposte anche quella di mettere a regime il funzionamento 24 ore su 24 degli abbattitori nonché un maggior lavaggio delle aree di lavorazione e transito e delle strade di accesso all’impianto. Si era concordato inoltre di istituire un tavolo di controllo permanente sulla situazione del sito che verrà periodicamente monitorato. La strada che conduce a una soluzione definitiva, a quanto pare, rischia di essere ancora assai lunga.
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