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22 Ottobre 2019 - 07:00
Camorra alle corde, i ras riducono del 50 per cento i compensi: paghe da appena 150 euro a settimana per gli insospettabili
NAPOLI. Insospettabili, e proprio per questo, custodi di droga per conto dei clan. Un “mestiere” che negli anni d’oro di Gomorra, prima cioè della forte reazione dello Stato, rendeva molto con stipendi fissi e regolari tra i 1.500 e 2.000 euro al mese. Per chi non voleva lavorare ed era alla ricerca di guadagni facili nonostante i rischi di finire in carcere, poteva anche valere la pena (dal punto di vista di coloro che infrangono la legge). Invece la diminuzione del volume d’affari, in concomitanza con la crisi economica e il numero sempre maggiore di piazze di spaccio chiuse dalle forze dell’ordine, ha portato a una drastica riduzione dei compensi: più del 50 per cento. Così, sostiene un esperto investigatore anticamorra, nessuno arriva a più di 200 euro alla settimana. Meno della paga di un operaio e più o meno quanto un commesso (o commessa), ma senza vivere con il patema di un possibile arresto con conseguente pesante condanna. Il fenomeno dei custodi di droga insospettabili, il più delle volte disoccupati o casalinghe senza precedenti penali, a Napoli attualmente riguarda soprattutto due quartieri: Scampia e rione Traiano. Non a caso quelli in cui maggiormente si vende sostanza stupefacente, attirando persone da tutta la città, dalla provincia e persino da altre regioni. L’arresto di Alfonso Palmieri e della moglie (di cui scriviamo nell’altro articolo della pagina) ha riportato di nuovo alla ribalta l’utilizzo di persone al di sopra di ogni sospetto, e ce ne sono molte anche nei territori a più alta densità camorristica, ma emerge la differenza economica con il periodo delle faide di Scampia e Secondigliano. Il business allora per le cosche in guerra era stratosferico e i contrasti si spiegano anche con questa circostanza. Oggi siamo a livelli di poveracci, anche se nessuna giustificazione può essere data a chi viola la legge. Tant’è vero che le condanne per chi detiene in casa grossi quantitativi di sostanza stupefacente, pur non appartenendo a nessuna organizzazione criminale, sono ugualmente dure. Sarebbe il caso quindi, di chiedersi: vale ancora la pena rischiare? Sicuramente no. Oltre ai custodi, i clan reclutano o utilizzano, attraverso la mediazione dei gestori delle piazze di spaccio, incensurati anche per la vendita: i pusher. Come il 21enne arrestato la settimana scorsa dalle forze dell’ordine. Era in via Bakù, il fortino del clan Noturno, in atteggiamento sospetto. Ai suoi piedi c’era un grosso sasso che spostava in continuazione. Avvicinato dagli uomini dello Stato, il giovane è stato bloccato e perquisito: nelle sue tasche sono state trovate 28 dosi di marijuana per complessivi 31 grammi, circostanza che subito gli è valso il fermo. Sotto al sasso, invece, c’erano 22 stecchette di hashish per un totale 139 grammi. Addosso infine, aveva anche 130 euro in contante, ritenuto provento illecito. Il 21enne è stato sottoposto agli arresti domiciliari in attesa di giudizio. Dovrà rispondere di detenzione di stupefacenti a fini di spaccio.
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