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24 Ottobre 2019 - 18:21
NAPOLI. La Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio non ha mai autorizzato l’installazione di una struttura pubblicitaria luminosa e scorrevole sulla facciata di Palazzo Calabritto. È quanto si evince da una lettera a firma del soprintendente Luigi La Rocca inviata all’Unità operativa tutela edilizia del Comune di Napoli e al Comando dei carabinieri di tutela del patrimonio culturale. «Considerato che l’immobile è sottoposto alla tutela monumentale» la Soprintendenza chiede «agli enti in indirizzo di intervenire con ogni urgenza, ognuno per quanto di competenza, e di trasmettere eventuali atti conseguenziali » allo stesso Ufficio. A sollevare la vicenda delle insegne pubblicitarie luminose era stato qualche giorno fa, in un corposo dossier, il consigliere comunale Gaetano Troncone in cui si denunciava, con tanto di fotografie e l’elenco di tutte le violazioni, un fenomeno di irregolarità e inquinamento luminoso. La denuncia riguarda i cartelloni pubblicitari a led che in estate sono stati installati in città da parte del Comune e che negli ultimi giorni sono entrati in funzione. Lo stesso esponente politico aveva evidenziato anche come alcune delle installazioni pubblicitarie “disturbassero” anche edifici storici e monumentali protetti da vincolo. Tra questi, Troncone Palazzo Carafa di Roccella, di proprietà comunale, situato nella centralissima via Dei Mille, sede del museo di arte contemporanea Pan; l’elegante Villa Haas, vincolato dalla Soprintendenza, in via Cimarosa, opera dell’architetto Avena e risalente agli inizi del ’900. Altri cartelloni luminosi erano stati segnalati all’angolo di piazza Vanvitelli, piazza degli Artisti, cia Cimarosa e inizio via dei Mille, nei pressi Piazza dei Martiri. «Dalla lettera del Soprintendente Luigi La Rocca inviata al Comune di Napoli e al Nucleo tutela dei carabinieri si evince che la Soprintendenza non ha mai autorizzato i nuovi impianti pubblicitari luminosi prospicienti gli edifici storici e si richiede la rimozione con urgenza - dice Troncone -. A questo punto auspico che venga portato al più presto dall’assessore Panini la delibera di proposta al Consiglio del nuovo Piano generale degli impianti atteso da 6 anni. Una proposta che mi auguro possa prevedere una nuova perequazione (centro/periferia) dei tabelloni che attualmente si addensano nella zona ad alto pregio definita “zona rossa” già sovraffollata». Troncone sottolinea che «questa situazione di rallentamenti e immobilismo va contro gli interessi dell’amministrazione e a questo punto vorrei ricordare all’assessore Panini che la magistratura contabile ha già avuto modo di rilevare in casi simili che l’inerzia colpevole configura una colpa omissiva connotata da una particolare gravità». Nella documentazione presentata, Troncone ha fatto anche l’elenco delle violazioni che sarebbero state commesse spiegando che «tutte queste nuove istallazioni hanno come comune denominatore quello di essere in contrasto con il codice della strada, con Piano generale impianti, in alcuni casi con il Codice dei Beni culturali e del Paesaggio, con il Dr Regionale sull’inquinamento luminoso. tabelloni che per Troncone non risponderebbero al Piano generale risalente al 1999 perché la tipologia delle installazioni non sarebbe contemplata nel regolamento dal momento che alla data della sua approvazione ancora non esisteva una tecnologia in grado di proiettare immagini e video ad alta luminescenza come quelle in questione.
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