Cerca

Palazzo San Giacomo: le minoranze preparano la sfiducia

Palazzo San Giacomo: le minoranze preparano la sfiducia

Auricchio ai “congiurati”: «Quell’audio si è rivelato una disfatta di Caporetto»

I consiglieri avevano accusato il Capo di Gabinetto di essere un Podestà.

La replica è secca e si rifà addirittura allla Grande Guerra

NAPOLI. Nell’oramai famoso colloquio segreto dei consiglieri di maggioranza “congiurati’’ contro il sindaco de Magistris rivelato dall’audio divulgato da Repubblica, viene tirato in ballo anche il Capo di Gabinetto e Direttore Generale del Comune di Napoli Attilio Auricchio, l’uomo di massima fiducia del primo cittadino. Stefano Buono, capogruppo dei Verdi, ne parla così: «Auricchio si crede il potestà. Non vuole Barca e Sbrescia (due ex staffisti), ma come ti permetti?». Il capogruppo di Agorà Ciro Langella risponde: «Non sarà mai possibile mettere il sindaco contro Auricchio». E Buono controbatte: «Non voglio metterlo contro, lo voglio dimagrire e fargli capire che la missione di ucciderci è fallita». Parole che danno una ulteriore lettura politica di quanto sta accadendo nella maggioranza in subbuglio: parte della coalizione a sostegno di de Magistris, come gli addetti ai lavori sanno bene, continua a non sopportare la centralità del Capo di Gabinetto, vero trade d’union tra il consiglio comunale e Palazzo San Giacomo e uomo di sintesi nello sbrogliare le matasse più complicate. Commentando al Roma la vicenda, Attilio Auricchio non si scompone più di tanto verso i tentativi di rivendicazione politica, che dopo quanto sta accadendo appaiono senza speranza di successo, in vista del rimpasto da parte di Agorà, Verdi e Riformisti Democratici. «Sono orgoglioso di avere questo ruolo di baluardo a tutela del sindaco – afferma Auricchhio - cosa che evidentemente mi viene riconosciuta anche in questo colloquio tra consiglieri». Ecco, Ciro Langella e Carmine Sgambati (Agorà), Stefano Buono e Marco Gaudini (Verdi) e Gabriele Mundo di Riformisti Democratici, i protagonisti dell’audio dai quali ora il sindaco è pronto a prendere le distanze, agli occhi del generale dei carabinieri appaiono come un non problema. «Mi pare che da loro siano arrivate parole di scuse…» afferma sferzante Auricchio, che per punzecchiare ulteriormente i “congiurati’’ menziona un aneddoto storico legato alla battaglia di Caporetto del 1917 durante il primo conflitto mondiale e conclusasi con una disfatta dell’esercito italiano contro le truppe tedesche ed austro-ungariche. «Per una coincidenza del destino, questi sono i giorni in cui si ricorda la ritirata dell’esercito italiano dall’Isonzo verso il Piave durante la Prima Guerra Mondiale». Come per dire: le conseguenze per chi ha pensato di adottare una certa strategia per garantirsi spazio in giunta e in alcune partecipate (vedi Asìa) saranno nefaste per chi ha dimostrato di ordirle. Negli audio emergono anche i nomi di Giuseppe Sbrescia e Sergio Barca, due membri dello staff di Palazzo San Giacomo ora fuori gioco. Di fatto, con decreti sindacali del 24 ottobre a Sbrescia, collaboratore dell’assessore all’Urbanistica Carmine Piscopo, e Barca, nell’ufficio dell’Assessorato allo Sport e al Verde retto da Ciro Borriello, sono stati revocati gli incarichi nell’ambito di una “ampia riorganizzazione di tutto il personale di staff’’. «E si è fatto gossip su un mio veto verso di loro, è stato il sindaco a decidere come è nelle sue prerogative» chiarisce Attilio Auricchio.  

AL PROSSIMO CONSIGLIO ARRIVANO VALANGHE DI MOZIONI. Una mozione di sfiducia al sindaco Luigi de Magistris motivata dai contenuti dell’audio dei consiglieri che «ha messo in evidenza lo scollamento della Maggioranza che si tiene insieme per interessi personali estranei ai bisogni della città». Il consigliere Vincenzo Moretto sottolinea «una pochezza politica e amministrativa che è difficile trovare nella storia di Napoli con criticità che incidono notevolmente e negativamente sulla qualità di vita, sulla sicurezza, sul decoro, sulla salute dei cittadini ponendo la città di Napoli ai livelli più  bassi delle varie statistiche e classifiche stilate annualmente». Il sindaco de Magistris, insiste Moretto, «si è caratterizzato per gravi inadempienze ai più elementari dettami di correttezza e buona gestione politico-amministrativa, oltre che per gravi inadempienze programmatiche». Intanto, per la mattinata di domani è previsto un confronto tra alcuni esponenti delle minoranze per studiare una strategia politica che intende portare alla defenestrazione del sindaco. Ma le opposizioni appaiono su lunghezze d’onda diverse, anche all’interno dei loro stessi gruppi. Un caso emblematico, e non è una novità, è il Pd. Voci di corridoio vorrebbero propensi ad organizzare la sfiducia soltanto i Dem Diego Venanzoni e Alessia Quaglietta, a cui s’aggiungerebbe Roberta Giova de La Città. Il capogruppo Aniello Esposito, Federico Arienzo, e Salvatore Madonna sarebbero su posizioni più attendiste. Scettico anche Mimmo Palmieri di Napoli Popolare che, pur dando un giudizio «critico» all’operato di de Magistris, spiega: «Accettare che un sindaco venga sfiduciato da una piccola e poco lusinghiera congiura di Palazzo offende la città». Chi appare deciso invece a sfilare la corona al sindaco sono i due consiglieri del Movimento 5 Stelle Matteo Brambilla e Marta Matano che parteciperanno alla riunione di domani. A farsi sentire è anche il segretario provinciale di Rifondazione Comunista Rosario Marra secondo cui «gli audio di una riunione fra consiglieri di maggioranza consegnati ai giornalisti dicono di pratiche ricattatorie. Questa discussione ben poco edificante, ritarda l’intervento su materie urgenti che riguardano la città. Pretendiamo un dibattito serio, pubblicamente e nella maggioranza, sulla prevista privatizzazione di Anm e Ctp, sull’emergenza rifiuti e la discarica di via Brecce, sui bilanci ancora non approvati di Abc».

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Roma

Caratteri rimanenti: 400

Logo Federazione Italiana Liberi Editori