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28 Ottobre 2019 - 12:54
Il Procuratore aggiunto del Tribunale di Torre Annunziata, Pierpaolo Filippelli: ''C'è una crescente presa di consapevolezza del fenomeno, con aumento di denunce, anche se non registriamo un decremento dei casi di violenza. Bisogna lavorare molto sulla cultura delle fasce giovanili''
CASTELLAMMARE DI STABIA. Un centro di accoglienza per le donne che fuggono da una realtà difficile, dalla violenza in famiglia è ''Il rifugio di Jole'', inaugurato questa mattina a Castellammare di Stabia, in una villetta raffinata e rassicurante, con una grande cucina bianca, un giardino e il caminetto: un bene confiscato alla camorra. In via Panoramica 28, il sindaco Gaetano Cimmino, con l'assessore alle Politiche Sociali, Antonella Esposito, ha tagliato il nastro della struttura per le attività socio-assistenziali che saranno assicurate alle donne in fuga da gravi problemi familiari, con la possibilità di appoggiarsi anche di notte in un momento di emergenza per sé e per i propri figli.
''Sono orgoglioso di poter inaugurare questo luogo - ha detto Cimmino - perché in tutti i Comuni del territorio, da Castellammare di Stabia ai Monti Lattari, è l'unica struttura di accoglienza per assistere le vittime di violenza di genere. Ed è questo anche il terzo bene confiscato alla camorra che, in soli 8 mesi, la mia amministrazione è riuscita a ristrutturare e ad affidare a servizi di assistenza sul territorio''. La struttura è stata benedetta da don Mario Cavaliere, parroco della Chiesa di Santa Rita e della comunità collinare di Castellammare di Stabia
''Il Rifugio di Jole - spiega Sara Amore, coordinatrice del progetto - assicurerà un luogo di ascolto e di supporto alle donne che arriveranno qui. Ci sarà assistenza legale, psicologica, assistenza sociale ed educativa per dimensionare un percorso personalizzato per ciascun singolo caso''.
Al taglio del nastro ha presenziato anche il procuratore aggiunto del Tribunale di Torre Annunziata, Pierpaolo Filippelli. '' C'è una diffusa e crescente presa di coscienza del fenomeno della violenza di genere che - ha commentato Filippelli - rispetto ai reati contro il patrimonio, che registriamo in diminuzione, rimane stabile, anche se le denunce sono in aumento. Bisogna lavorare molto sulla cultura, attraverso le agenzie educative e sui giovani. Ma grazie al cosiddetto Codice Rosso, stiamo intervenendo sempre con maggiore incisività sul fenomeno''.
Quanto al territorio stabiese, il dirigente del Commissariato, Vincenzo Gioia, che in Commissariato ha già ha dedicato una ''stanza rosa'' alle denuncianti, proprio per favorire un'ambiente di maggior fiducia per le vittime di violenza di genere, afferma che si registrano ''45-50 accessi nuovi ogni anno, una decina di arresti tra le 7-8 misure cautelari, con obbligo di dimora fuori regione e divieti di avvicinamento; 16 ''ammonimenti'' negli ultimi tre anni, di cui uno solo ha presentato ulteriori criticità''.
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