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04 Novembre 2019 - 08:00
Trovate munizioni in un cortile di via Ravello. Indagano i carabinieri
NAPOLI. Al momento sono spifferi, voci senza conferme, sospetti. Ma la scoperta di 2 munizioni calibro 9 nel cortile di un condominio in via Ravello nel rione Villa a San Giovanni a Teduccio, quartier generale e roccaforte del clan Rinaldi, desta qualche preoccupazione tra le forze dell’ordine circa un riarmo delle cosche delle cosche per una possibile ripresa della guerra di camorra con i Mazzarella. Sono stati i carabinieri a trovare e a sequestrare le cartucce nel corso di un controllo investigativo del territorio nella zona orientale di Napoli. Ma trattandosi di un’area comune, in cui chiunque ha accesso, non è stato possibile addebitare a nessuno il reato (che comunque avrebbe fatto scattare una denuncia a piede libero e non l’arresto).
Corsi e ricorsi storici di camorra. Con continui alti e bassi, nella consistenza numerica e qualitativa degli eserciti in campo, i Rinaldi e i Mazzarella si combattono da più di 30 anni. Una faida infinita, più lunga di quelle di Secondigliano e Pianura. Al momento il gruppo con base sul corso San Giovanni a Teduccio avrebbe ristabilito quantomeno la parità con i nemici di camorra, trovandosi forse anche in vantaggio. Entrambi i clan, va sottolineato, hanno subito perdite dall’offensiva costante e intensa di forze dell’ordine e magistratura. Ma già c’era stato un colpo importante, a parte l’arresto del boss Ciro Rinaldi, a dicembre scorsa con la conferma in Cassazione per 7 affiliati alla sua organizzazione del rione Villa, tra cui i fratelli Ciro e Sergio Grassia
“Lo sapevo che sarei tornato in carcere”. Poche parole, il viso tirato, il rammarico per essere finito in manette nel corso del fine-settimana, giorni in cui è ancora più triste trovarsi in una cella. Non ne aveva alcuna voglia Ciro Rinaldi, “My way” o “Mauè”, 55enne boss del rione Villa, arrestato il 19 febbraio scorso. Un po' perché da giovani si affrontano meglio gli eventi spiacevoli, ma soprattutto perché le accuse nei suoi confronti sono gravi: mandante di 2 agguati di camorra per 3 omicidi. Dal 2 novembre 2018 era latitante e tale è rimasto fino a quando i carabinieri lo hanno bloccato e immobilizzato nel soggiorno dell’appartamento di un cognato a San Pietro a Patierno mentre la famiglia stava per mettersi a tavola.
Il latitante aveva in tasca un biglietto del superenalotto e codici per scommettere sulle partite di calcio. Omicidi, bombe e “stese” hanno caratterizzato gli ultimi 3 anni di guerra di camorra nell’area orientale di Napoli. Il clan Rinaldi, alleato principale insieme agli Aprea di Barra dei Minichini-De Luca Bossa di Ponticelli, è stato protagonista di scontri cruenti con i De Micco e i Mazzarella che nel 2018 hanno raggiunto l’apice. Ma com’è successo con i latitanti di spicco “mazzarelliani” Salvatore Fido e Maurizio Donadeo di San Giovanni a Teduccio, anche per “My way” o “Mauè” è arrivato il giorno della resa allo Stato.
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