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Processo "Tsunami". La città di Castellammare di Stabia si costituisce parte civile

Processo "Tsunami". La città di Castellammare di Stabia si costituisce parte civile

Ventinove imputati, tra boss e affiliati ai D’Alessandro

CASTELLAMMARE DI STABIA. “L’amministrazione comunale ha il dovere di salvaguardare l’immagine della Città di Castellammare di Stabia e di tutelare la libertà dei cittadini”. Così il sindaco Gaetano Cimmino ha annunciato la costituzione di parte civile del Comune stabiese nel processo scaturito dall’inchiesta “Tsunami”, condotta da carabinieri e Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Napoli. Il procedimento prenderà il via nei prossimi giorni, con la prima udienza fissata tra una settimana esatta dinanzi al gup del tribunale partenopeo.

BOSS E AFFILIATI DEL CLAN D'ALESSANDRO. Sono coinvolte 29 persone tra boss e affiliati del clan camorristico D’Alessandro, accusati a vario titolo di estorsione e usura, spaccio e violenze private, reati aggravati dal metodo mafioso. Tra questi spiccano i nomi di Teresa Martone, la 73enne vedova del boss Michele D'Alessandro, già ai domiciliari dallo scorso dicembre perché coinvolta nell'altra inchiesta dell'antimafia, Olimpo. Con lei alla sbarra ci saranno i due figli: Vincenzo D'Alessandro, tornato in città da poche settimane dopo una lunga detenzione e poi l'esilio in Sardegna, e Pasquale, tuttora detenuto. E ancora il cugino Michele (figlio di Luigi “Gigginiello” D'Alessandro, ritenuto l'attuale reggente del clan), l'altro pezzo da novanta Paolo Carolei e i due killer pentiti Renato Cavaliere e Salvatore Belviso, che con le loro dichiarazioni hanno aiutato gli inquirenti. Tra gli altri, poi, a processo ci sarà l'impresario Guglielmo Coppola e Giorgio Amodio, tra i dirigenti del Partito Democratico.

IL SINDACO. “Il quadro che emergerebbe da tale inchiesta - dice il sindaco Cimmino - sarebbe particolarmente grave: i presunti criminali avrebbero imposto il racket a decine di esercizi commerciali, imprese edili, artigiani, ristoratori facendo calare per anni sull’intero territorio una cappa asfissiante ed intollerabile. La costituzione di parte civile nel processo che prenderà il via nei prossimi giorni contro i presunti responsabili di reati tanto gravi appare imprescindibile per un’amministrazione che ha sempre improntato il suo operato all’insegna della trasparenza, dell’anticorruzione e della legalità”. A processo, poi, ci saranno anche gli altri detenuti Antonino Esposito Sansone, Antonio Occidente e Ferdinando Gargiulo, e ancora Giuseppe Somma, Gennaro Pasqua, Nunzio Bellarosa, Vincenzo Ingenito, Antonio Lucchese, Espedito Amodio, Luigi Maresca, Giovanni Somma, Gianluca Somma, Diego Guida, Lorenzo Buonocore, Maria Concetta Amendola, Carmine Barba, Vincenzo Polito, Catherin Ida Polito, Salvatore Esposito e Armando De Martino.

DETENUTI E PENTITI. Vincenzo D’Alessandro     43 anni; Paolo Carolei     48 anni (detenuto); Renato Cavaliere     47 anni (pentito); Giuseppe Somma     47 anni; Gennaro Pasqua     32 anni; Guglielmo Coppola     61 anni; Nunzio Bellarosa     31 anni; Vincenzo Ingenito     42 anni; Antonino Esposito Sansone     55 anni (detenuto); Antonio Occidente     46 anni (detenuto); Antonio Lucchese     36 anni; Espedito Amodio     52 anni; Luigi Maresca     45 anni; Giovanni Somma     43 anni; Gianluca Somma     36 anni; Diego Guida     35 anni; Ferdinando Gargiulo     37 anni (detenuto); Pasquale D’Alessandro     39 anni (detenuto); Teresa Martone     73 anni (domiciliari); Lorenzo Buonocore     33 anni; Maria Concetta Amendola     38 anni; Michele D’Alessandro di Luigi     40 anni; Salvatore Belviso     36 anni (pentito); Carmine Barba     40 anni; Vincenzo Polito     64 anni; Catherin Ida Polito     36 anni; Salvatore Esposito     40 anni; Armando De Martino     39 anni; Giorgio Amodio     55 anni.

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