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Terremoto nel clan Di Lauro, Salvatore Tamburrino si pente

Terremoto nel clan Di Lauro, Salvatore Tamburrino si pente

Il braccio destro del boss Marco passa dalla parte dello Stato

NAPOLi. Un passo indietro clamoroso e destinato con tutta probabilità a segnare il punto di non ritorno per il clan Di Lauro, la cosca più potente di Napoli e forse ancora oggi dell’intera Campania. Salvatore Tamburrino, inseparabile braccio destro del boss Marco e affiliato della primissima ora al gruppo fondato dal patriarca “Ciruzzo ’o milionario”, dopo nove mesi trascorsi dietro le sbarre di un carcere per l’omicidio della moglie Norina Matuozzo - delitto da cui era scaturita proprio la cattura di “F4” - ha preso la decisione più difficile di tutta la propria vita. Ha chiesto un incontro con il pubblico ministero titolare dell’inchiesta e, una volta ottenuto il faccia a faccia, ha pronunciato le sue prime parole da “uomo nuovo”: «Voglio collaborare con la giustizia, lo faccio per me ma soprattutto per i miei cari ai quali vorrei assicurare un futuro migliore di questo presente». Salvatore Tamburrino ha dunque deciso di passare dalla parte dello Stato. Un mossa di cui si era a più riprese vociferato nei mesi scorsi, addirittura già nell’immediatezza del suo arresto per l’omicidio della moglie: quell’ipotesi non ha però mai trovato riscontro ed è anzi stata più volte smentita con fermezza anche dagli stessi vertici della Questura di Napoli. Oggi lo scenario è però profondamente cambiato. Addirittura ribaltato. Tamburrino, reduce evidentemente da un lungo periodo di travaglio interiore, ha infatti deciso di saltare fuori dal cerchio e mettersi alle spalle i suoi trascorsi da pezzo da novanta della camorra secondiglianese. Al momento la portata e l’attendibilità delle sue dichiarazioni - i primi interrogatori sarebbero già partiti - sono ancora tutte da valutare. Non a caso, come stabilito dalla legge, il suo status ufficialmente non è ancora quello di collaboratore di giustizia. Di certo c’è che la Procura ha subito preso sul serio la questione: non a caso gli uomini del Servizio di Protezione centrale si sono già precipitati a inizio settimana dai più stretti parenti di Tamburrino e in diversi, stando ad alcune accreditate indiscrezioni, avrebbero deciso di seguire l’ex braccio destro di Marco Di Lauro nel suo nuovo percorso. Salvatore Tamburrino, dal canto suo, in uno dei procedimenti per i quali è imputato ha intanto nominato un nuovo difensore, un penalista “specializzato” nella difesa dei collaboratori di giustizia. Resta adesso da capire quali saranno gli esiti e le ripercussioni che le rivelazioni di Tamburrino avranno sulla camorra secondiglianese. L’ormai quasi ex ras è stato infatti per anni l’indiscusso braccio destro del capoclan Marco Di Lauro. Era lui l’uomo con cui il figlio del capostipite Paolo ha condiviso affari criminali e confidenze di ogni tipo. E questo vuol dire una cosa sola: qualora le sue dichiarazioni venissero ritenute attendibili il primo a rischiare grosso, finendo coinvolto in nuove indagini, sarebbe proprio il rampollo “F4”, reduce tra l’altro dall’ergastolo confermato in appello per l’omicidio dell’innocente Attilio Romanò, delitto di cui sarebbe stato il mandante. Non è comunque da escludere che Salvatore Tamburrino possa a breve fornire delucidazioni anche in merito agli incarichi ricoperti dagli altri fratelli Di Lauro e indicare i nomi degli attuali reggenti della cosca di base al rione dei Fiori, la stessa organizzazione criminale che dai primi anni Duemila ad oggi, uscendo pressoché indenne da almeno due faide, è riuscita a monopolizzare il traffico di sostanze stupefacenti su tutto il territorio di Napoli e non soltanto. La resa dei conti potrebbe ora essere dietro l’angolo.

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