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I ladri dei Quartieri traditi da un “pasticcio”

I ladri dei Quartieri traditi da un “pasticcio”

Una telecamera ha inquadrato lo scooter usato da Moscatiello e Nisi: avevano i volti scoperti

NAPOLI. Ladri sfortunati, ma che hanno soprattutto pagato l’eccesso di sicurezza misto a superficialità. Gianluca Moscatiello (nella foto) ed Emanuele Nisi, rispettivamente di 41 e 40 anni, entrambi dei Quartieri Spagnoli (vico Canale Taverna Penta e via San Mattia) sono andati a compiere il furto che li ha portati in carcere (come  riportato sull’edizione di mercoledì del nostro giornale) con il motorino di uno dei due e a volto scoperto. Senza contare che non avevano preventivato la presenza nell’appartamento del figlio del proprietario con la fidanzata. Risultato: le telecamere di due negozi della zona li hanno immortalati prima e dopo il colpo, così come è stata ben visibile la targa del mezzo, che tra l’altro non è partito costringendoli a una precipitosa fuga a piedi sotto gli occhi di diverse persone. Un pasticcio alla Fantozzi quindi. Meglio per la giustizia, che si è avvalsa comunque di indagini rapide compiute dai carabinieri della Stazione Quartieri Spagnoli (che dipende dalla compagnia Napoli Centro) e ora i due indagati si trovano a Poggioreale. Secondo la ricostruzione degli investigatori (ferma restando la presunzione d’innocenza fino a eventuale condanna definitiva) il 14 luglio scorso Moscatiello e Nisi, forzando la finestra del bagno sono penetrati  in un appartamento di  via Santa Maria Apparente. Dentro c’era il figlio del padrone di casa, il quale è andato a dare un’occhiata e si è trovato di fronte Nisi. Quest’ultimo ha bloccato il braccio del giovane e si è precipitato fuori seguito dal complice. Il 41enne e il 40enne hanno raggiunto il motorino di Moscatiello parcheggiato davanti al palazzo, che però non è partito. Così la coppia di ladri è scappata a piedi per i vicoli adiacenti sotto l’occhio elettronico di un negozio. In tal modo i militari dell’Arma hanno notato la corrispondenza dell’abbigliamento con coloro che erano arrivati poco prima con il “due ruote”.    

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