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Delitto al pub di via Toledo, il teste inguaia l’accusatore

Delitto al pub di via Toledo, il teste inguaia l’accusatore

NAPOLI. Omicidio fuori al pub di via Toledo, dopo quattordici anni il giallo rischia di infittirsi più che mai. A incrinare le convinzioni della Procura ci pensa un super testimone che, chiamato in aula a deporre la propria versione dei fatti, sfodera un’inedita e a tratti clamorosa ricostruzione della vicenda: Rosario Buccino, il principale accusatore del presunto killer di Salvatore Equabile, non si sarebbe trovato ai Quartieri Spagnoli, ma neppure a Napoli, bensì all’estero, il giorno in cui Raffaele Iannaccone fu pestato a morte per via di un debito contratto con due ras in gonnella del clan Terracciano: «Dal 5 al 20 agosto mi trovavo in Grecia. Lo ricordo come fosse ieri, avevo sedici anni ed era il mio primo viaggio all’estero. Lui mi raggiunse il 9 ed è rimasto con la nostra comitiva fino alla fine del viaggio». L’agguato a colpi di calci, pugni e mazze da baseball al quale avrebbero preso parte oltre a Equabile anche Eduardo Terracciano e Francesco Terracciano, figlio del defunto boss Salvatore “’o nirone”, si consumò la sera del 13 agosto. Un “dettaglio”, quello emerso nel corso dell’ultima udienza celebrata davanti alla Prima sezione della Corte d’assise di Napoli, che rischia di mandare in frantumi l’intero impianto accusatorio. Vale la pena ricordare che Equabile, difeso dall’avvocato Dario Vannetiello, e i due Terracciano, tutti e tre arrestati nel giugno del 2017, erano già reduci da un clamoroso annullamento maturato in sede di Riesame. Nonostante quel verdetto i tre presunti assassini di Iannaccone sono in seguito stati comunque rinviati a giudizio. Ma il processo che si sta celebrando con il rito ordinario rischia di impantanarsi già nella fase istruttoria. L’ennesimo colpo di scena è scattato grazie a un’intuizione della difesa di Equabile, la quale ha chiesto di ascoltare in aula Salvatore Virgilio. Il testimone, ripercorrendo quelle due settimane dell’agosto 2003, ha quindi smentito la versione fornita da Rosario Buccino nella fase delle indagini preliminari: quest’ultimo aveva infatti sostenuto che Equabile, che tra l’altro è il suo ex cognato, proprio nelle ore immediatamente successive al pestaggio di Iannaccone gli aveva confidato quanto accaduto in quella notte maledetta. Ma, stando almeno a quanto affermato in aula dal nuovo testimone, il 13 agosto di quattordici anni fa Buccino non soltanto non si trovava ai Quartieri Spagnoli, ma sarebbe stato addirittura all’estero, in Grecia. Un colpo di scena, quello maturato nell’ultima udienza, che rischia di complicare non poco il lavoro del collegio giudicante, chiamato a esprimere un verdetto difficile su una storia che ancora oggi presenta troppe zone d’ombra. La ragione del brutale pestaggio, secondo gli inquirenti che hanno lavorando al caso, sarebbe stata da ricercare nel mancato pagamento da parte Iannaccone  di somme di denaro in favore di alcune donne del clan Terracciano, soldi dovuti per cessioni di quantitativi di sostanza stupefacente. Essendoci all’epoca ancora in corso la contrapposizione tra i De Biasi e i Terracciano, la Dda ritenne che l’omicidio fosse di stampo camorristico non solo per le modalità esecutive, ma anche perché, scriveva il gip, sarebbe «stato finalizzato ad affermare la vigile e costante presenza del clan Terracciano sul territorio». Ancora oggi un giallo senza fine.

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