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02 Dicembre 2019 - 07:30
È indagato nella maxi inchiesta sull’Alleanza di Secondigliano. La parola al Riesame
NAPOLI. Per Gennaro Pelliccio, 39enne ritenuto legato al clan Contini e indagato nella maxi inchiesta sull’Alleanza di Secondigliano con 125 arresti a giugno scorso, si apre uno spiraglio importante. Grazie alla strategia difensiva dell’avvocato Beatrice Salegna la Cassazione ha annullato, con rinvio al tribunale del Riesame, la misura cautelare a suo carico. Sotto la lente d’ingrandimento dei giudici, che hanno accolto la tesi della penalista, è finita la contestazione a catena del reato nel periodo oggetto dell’indagine. È stato il clan Contini il più colpito dall’inchiesta della procura antimafia sull’Alleanza di Secondigliano. Sul gruppo del Vasto-Arenaccia per anni si è appuntata l’attenzione dei reparti investigativi di carabinieri, polizia e guardia di finanza. Un attacco concentrico che ha permesso di ricostruire tutti gli affari di quella che può essere tranquillamente considerata una holding. In ogni caso nel corso del tempo c’è stata un’evoluzione di cui ha parlato soprattutto il pentito Carmine Esposito. Quest’ultimo a 13 anni partecipava alle scommesse clandestine sul calcio e al toto nero, poi entrò a far parte del clan. Era il 1981, ma dopo più di un ventennio Carmine Esposito non ne poteva più di quel mondo e ha deciso di passare dalla parte dello Stato. Così, ha riferito agli inquirenti l’organigramma ultimo dei Contini e dei Licciardi: sempre insieme, con nuovi referenti sul territorio. E per la prima volta dall’interno delle due organizzazioni camorristiche sono spuntati cognomi inediti: Fiorillo e Varriale. «Hanno preso il controllo del clan Contini», ha messo a verbale il collaboratore di giustizia definito “nuovo” dal gip Roberto D’Auria, «Salvatore Fiorillo genero di “Ciccio” Mallardo e un altro chiamato “Zezzella” ma non so il suo nome, Gennaro o Vincenzo. Il clan Contini ha fatto un’alleanza con i “Pavone-Vavone” che di cognome fanno Varriale e sono del clan Licciardi. Per quanto ne so “Zezzella” e Fiorillo rappresentano i Contini e gli altri i Licciardi». Va comunque precisato che le persone citate devono essere ritenute estranee ai fatti narrati fino a prova contraria, trattandosi di dichiarazioni che necessitano di riscontri.
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