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10 Dicembre 2015 - 20:30
Ventiquattro persone fermate ed un centro commerciale sequestrato, il Jambo di Trentola Ducenta. Un nuovo colpo al clan dei casalesi, con 24 persone, tra cui il sindaco di Trentola Ducenta (attualmente irreperibile) ed un ex sindaco.
CASERTA. Associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni, riciclaggio, estorsione, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, abuso d’ufficio, truffa e turbata liberta degli incanti; questi i reati contestati a 24 persone tra cui politici e imprenditori, raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare, nonché il sequestro dell’intero complesso aziendale denominato Centro Commerciale Jambo. Un altro pesante colpo al clan dei Casalesi, in particolare alla fazione Zagaria che ha fatto emergere i collegamenti del clan con personaggi politici e imprenditori del casertano come per esempio il sindaco di Trentola Ducenta, Michele Griffo, l’assessore Luigi Cassandra o il consigliere Vincenzo Picone. Un’inchiesta che ha il suo baricentro in quella che deve ritenersi, sotto il profilo patrimoniale, la più importante azione di contrasto contro il clan Zagaria e le sue eccezionali capacita imprenditoriali. Le ordinanze di custodia cautelare sono state notificate dagli agenti della Squadra Mobile di Caserta e il Ros di Napoli Distaccamento di Caserta. Ovviamente tutta l’indagine ruota intorno al centro commerciale Jambo di Trentola Ducenta che, così come ritenuto dal GIP, quello che era un piccolo centro commerciale del valore stimato di circa 2 miliardi di lire sia diventato, grazie agli investimenti e alle attività in suo sostegno svolte dal clan Zagaria, una imponente realtà commerciale del valore di 60 milioni di euro. Zagaria durante la sua latitanza si incontrava con i dirigenti del centro commerciale per delineare le strategie imprenditoriale del “Jambo” e la scelta dei parteners commerciali che dovevano operarvi all’interno. Una struttura interamente controllata dall'ex boss attualmente in galera, tanto che secondo quanto si apprende da un collaboratore di giustizia ritenuto affidale dallo stesso Gip gli uffici privati del Jambo erano utilizzati per incontri tra Michele Zagaria (quando era ancora latitante) ed i vertici del clan, nonché con molti imprenditori ed esponenti politici. Nell’inchiesta coinvolti anche i fratelli Balivo, noti imprenditori normanni.
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