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11 Dicembre 2019 - 07:00
Gli organizzatori dell’altarino e della processione in via Regina Margherita hanno linciato verbalmente il sacerdote. Un'aggressione avvenuta dentro la chiesa. Nessuno lo ha difeso
CASTELLAMMARE DI STABIA. Ore 6 del giorno dedicato all’Immacolata. La notte è trascorsa in una battaglia senza fine tra forze dell’ordine e sostenitori dei falò fuorilegge. Ma nella chiesa San Vincenzo Ferreri, i “Fratiell’ e surelle” si scagliano contro il parroco don Roberto Imparato. È accaduto perché, all’alba, il giovane sacerdote non ha accolto in chiesa la Madonnina che il gruppo della processione “privata” aveva portato in processione. Sintomo di quanto “la tradizione” sia trascesa da fede a ritualismo pagano.
I FATTI. Gli organizzatori del consueto “altarino” allestito all’angolo tra via Surripa e via Regina Margherita, avevano preparato il solito presidio “di preghiera”, al quale ogni anno veniva portata in processione la statua della Madonna e dove si svolgeva la messa per l’Immacolata, dopo i canti dei “Fratiell e surelle” e i fuochi d’artificio. Don Roberto, però, aveva spiegato con dovuto anticipo che quest’anno non avrebbe consentito l’aspetto folclorico della vigilia dell’Immacolata e che tutte le funzioni religiose avrebbero avuto un solo luogo sacro come location. Cioè quello naturale: la Chiesa. Non ha quindi “prestato” la Madonna ai fedeli dei Fratielli Surelle e tantomeno la sacralità delle funzioni religiose. Ma gli organizzatori sono stati come quei “sordi che non vogliono sentire”. L’altarino è stato allestito come se don Roberto Imparato non avesse mai parlato. Una statua della Madonna è stata rimediata comunque e la processione si è svolta ugualmente. Senza il parroco. I fedeli, in grande numero hanno recitato il rosario, con una fiaccolata che si doveva concludere in Chiesa. Ma qui, don Roberto non ha consentito che la statua dell’altarino venisse introdotta nel luogo sacro, dove la statua della Madonna c’era già.
LE OFFESE. Contro don Roberto sono volati urla e insulti: «Ci hai “rotto”.... . Da quando sei venuto qui hai distrutto le nostre tradizioni» sono state le accuse rivolte al parroco. Al linciaggio verbale il parroco non ha reagito. Ha taciuto e ha sopportato la dolorosa lapidazione di parole offensive. Poi, la “processione ribelle” è uscita dalla Chiesa e il sacerdote ha proseguito con la messa: negli scranni pochi veri fedeli intimoriti. Nessuno lo ha difeso.
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