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Messi notificatori, il pasticcio della selezione

Messi notificatori, il pasticcio della selezione

Procedura informatica per il reclutamento in una sola notte, poi il processo rifatto: bufera anche sulla formazione

NAPOLI. Scoppia la bufera sui messi notificatori. Ieri in commissione è andata in scena una prima bagarre politica, ma c’è chi assicura che non sarà l’ultima puntata: potrebbero partire i ricorsi per le procedure, portate avanti dalla società Soes, per mettere a disposizione del Comune i messi che si occuperanno della notifica degli atti giudiziari, come le contravvenzioni al codice della strada. La questione è stata affrontata ieri in commissione Trasparenza presieduta da Domenico Palmieri. «Le perplessità nascono - ha spiegato nel corso della riunione il presidente Palmieri - dal percorso scelto per la selezione di personale che, anche se dipendente da una ditta privata, eserciterà comunque una funzione pubblica».

IL CASO. Il dirigente del servizio Gestione sanzioni amministrative Gaetano Camarda ha spiegato che una sentenza della Cassazione di settembre ha sancito che funzione di messo comunale può essere esercitata da dipendenti che non sono della pubblica amministrazione. Inoltre, secondo il capitolato d’appalto della gara con cui è stato aggiudicato il servizio, è previsto che la stessa società possa mettere a disposizione propri dipendenti, appositamente formati, per effettuare le notifiche. Ciò avverrà, comunque, dopo un esame di idoneità davanti a una commissione, composta dal dirigente del servizio comunale e da altri due componenti del settore sicurezza.  

LE ACCUSE. Elementi che non hanno placato le polemiche. Nel mirino dei consiglieri comunali intervenuti nel corso della riunione le modalità scelte dalla Soes per reclutare gli aspiranti “messi”. L’esponente della Lega Vincenzo Moretto ha evidenziato che  «i “messi”, pur non essendo dipendenti del Comune, comunque lavoreranno secondo le direttive impartite dagli uffici comunali, il che costituisce un rischio per future vertenze». Ma è stato soprattutto il Democrat Diego Venanzoni (PD) ad evidenziare le anomalie nel reclutamento: «La procedura informatica è stata aperta e chiusa nel corso di una notte estiva. Il procedimento è stato rifatto, ma restano altri dubbi.  Non sono stati fatti - dice Venanzoni -  tutti gli accertamenti necessari sulla formazione, che non poteva essere svolta da enti accreditati presso la Regione Campania, ente che nel proprio catalogo non contempla la figura del messo notificatore. Si sarebbe dovuto, invece, far riferimento alle apposite linee guida del ministero». Anche Salvatore Guangi (Forza Italia) e Carmine Sgambati (passato dalla maggioranza al gruppo misto) hanno evidenziato che la procedura poco chiara adottata da Soes con la piattaforma informatica doveva essere censurata con maggiore determinazione dall’amministrazione.

«PROCEDURA EFFETTUATA SECONDO NORMA». Il vicesindaco Enrico Panini e il dirigente Camarda hanno chiarito che il giorno dopo la segnalazione della modalità di selezione avvenuta in una sola notte, il Comune ha chiesto e ottenuto l’annullamento della procedura, proponendo che le candidature fossero raccolte in maniera ordinaria. Rispetto ai dubbi sulla formazione, l’amministrazione ha replicato: «Si è proceduto secondo la norma, la quale prevede che a effettuare la formazione sia un soggetto accreditato. Solo alla fine del percorso il Comune interviene per valutare l’idoneità delle persone individuate e formate a spese dalla società per conferire loro, con un esame davanti a un’apposita commissione, la funzione di “messo”».  Insomma, le polemiche non mancano sulla procedura di selezione. Eppure l’utilizzo dei messi comunali potrebbe essere di grande aiuto per Palazzo San Giacomo: il nuovo sistema - secondo i calcoli dell’amministrazione - consentirà un notevole risparmio di costi, passando dai 9,50 euro per ogni notifica a mezzo posta (finora è Poste Italiane l’unico gestore di tale servizio) a 5,88 euro. Ci si attende, con l’attivazione del servizio di notifica a casa, di passare dall’attuale percentuale di verbali notificati, pari al 76%, a una percentuale tra l’80 e l’85%.  

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