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12 Dicembre 2019 - 09:00
Prove di dialogo. Comincia il Comitato di Via Regina Margherita, pronto al collaborare riconoscendo autorità alle parrocchie: per amore di Maria e per la pace nella comunità
CASTELLAMMARE DI STABIA. Le lacrime degli organizzatori dei “Fratiell’ e surelle” in via Regina Margherita, dopo l’aggressione verbale al parroco della Chiesa San Vincenzo Ferreri, don Roberto Imparato (nella foto), che non aveva acconsentito a celebrare i riti liturgici della festa dell’Immacolata secondo il programma del “comitato rionale”, attestano la forte tempesta emotiva che accompagna da sempre la fase preparatoria e l’esito della festa per l’Immacolata a Castellammare di Stabia. E poi c'è l'ansia dei parroci per le proprie comunità che da anni vivono allo sbando tra folclore e un ritualismo che deborda verso il paganesimo e non riescono più a trovare i fondamenti della ricorrenza religiosa. Eccoli, allora, pronti a farsi avanti. Don Roberto, don Tonino De Maio, parroco della Cattedrale: riflettono sulla possibilità di preparare un programma della Festa. Perché si superi la fase dei "falò maledetti" e si ritorni alla gioia della Festa degli Stabiesi.
I PARROCI SI RIAPPROPRIANO DELLA FESTA LITURGICA. Le animosità che hanno suscitato quest’anno la disorganizzazione, i dissidi, la repressione – necessaria nei quartieri a rischio – da parte delle forze dell’ordine, la risposta sguaiata di qualche commentatore sui social, hanno portato però a un risultato positivo: da parte dei parroci, il prossimo anno, sarà presentato “un programma” della festa, da integrare in maniera civile, con le proposte dei comitati rionali. E, forse, è questa la volta buona che la Festa dell’Immacolata torni tale e non sia più la degradata Festa dei Fratiell’ e Surelle.
DON ROBERTO PLACA I TONI. Don Roberto è sereno e ci tiene che i toni tra lui e il quartiere si plachino al più presto. «Questa mattina – ha spiegato al telefono – ho ricevuto attestazioni di solidarietà. Poi mi è stato riferito dell’articolo del “Roma” su quanto è accaduto. Ma ci tengo a sottolineare come si sono svolti i fatti, perché al mattino dell’8 dicembre, quando il comitato dei “Fratiell’ e surelle” è entrato in chiesa, mentre ero sull’altare per iniziare la funzione liturgica per la festa dell’Immacolata, non ho impedito di “dare la voce” davanti alla statua della Madonna. Poi, l’anziano del gruppo, al quale sono affezionato, mi ha detto: “Però, ricordati che ’a chiesa è ’a nostra”. Il gruppo che componeva la processione è rimasto in parte in chiesa, altri, circa una quarantina di persone, sono andati via. La chiesa era affollata. Io non ho aggiunto una sola parola a quanto è successo. Al microfono ho detto: e adesso procediamo con la liturgia. Non c’è stato nulla di drammatico. Una piccola contestazione che nulla toglie al buon rapporto con l’intera comunità».
IL COMITATO VIA REGINA MARGHERITA: "TORNI LA PACE". Anche il “Comitato di Via Regina Margherita” desidera ricomporre il dissidio: «per riportare pace ad una comunità ad un mondo che di pace ne ha bisogno! scrivono i responsabili in una nota per la stampa. «Ci sono stati dei disguidi, il nuovo comitato fatto da giovani diventati ormai grandi, da professionisti, lavoratori, sarà stato, per ingenuità non per altro, frainteso nell’approccio con il nuovo parroco. Nessuno voleva sostituirsi alla guida morale, spirituale e liturgica che spetta al parroco che riconosciamo, in quanto fedeli. Avevamo ed abbiamo un solo intento, quello di continuare la tradizione dei nostri nonni, dei nostri bisnonni, dei nostri antenati che in questo quartiere portano avanti da sempre con fede e devozione». Ciò che è accaduto in chiesa, all’alba della festa dell’Immacolata viene definito «un momento di tensione, non di aggressione, nemmeno verbale, durato pochi secondi, da chi vedeva sminuito il lavoro fatto negli anni passati e ci teneva a dire: portiamo avanti la tradizione. Tutto qui». Il Comitato, poi esprime un auspicio: «Ci auguriamo che questa vicenda possa rafforzare tutti noi e che possa servire per il prossimo anno ad organizzare al meglio un momento che è nello stesso tempo devozione, fede, tradizione e sappiamo anche di folclore… per provare a portare senza forzature, con il rispetto dei ruoli, una festa nell’alveo della legalità, com’è sempre stata, e del riconoscimento concertato nelle forme e nei modi previsti da chi ha il compito di guidare noi fedeli». «A Don Roberto – conclude il comitato - un abbraccio fraterno, alla stampa che ha riportato la notizia un grazie. Talvolta un articolo riesce a far aprire un dialogo pacato, sereno tra chi persegue lo stesso obiettivo».
I PARROCI E I COMITATI NON SONO SOLI E SI PUO' GIA' GUARDARE A SAN CATELLO. «Stiamo impazzendo tutti, ormai non si ha più ben presente il margine di una carreggiata che dovrebbe essere il buon senso - aveva detto ieri il consigliere comunale Tonino Scala - Oggi più che mai son convinto che serva una regolamentazione di tutto, che non significa irreggimentare ciò che è illegale, ma dare dei punti fermi ad una città che va governata dalle piccole alle grandi cose. C'è anarchia e, quando a governare è nessuno, la cultura camorristica è quella che trionfa e fa proseliti». Scala ha pubblicato questa opinione sul suo profilo Facebook e in tanti lo hanno appoggiato. Poi è giunta con forza la presa di posizione del Comitato di via Regina Margherita. È un buon risultato. Non era scontato. A Castellammare di Stabia, si può ricostruire dalle ceneri dei "Falò maledetti", quelli della legna rubata, sottratta illegalmente alla natura e dedicata con un manichino bruciato ai camorristi, una Nuova Festa della Vigilia dell'Immacolata. Ma servirebbe cominciare a fare "delle prove": c'è un anno avanti che attende l'organizzazione di nuovi eventi di cui i Comitati e la cittadinanza può riappropriarsi. A cominciare dalla festa di San Catello, patrono di Castellammare di Stabia.
E TORNANO ANCHE "I DITELO VOI". Il flop del “Palio dei Falò” non si può rimediare. Con le cataste di legno risultate piccoli "covoni di fascine", che non avevano nulla a che vedere con quelli preparati dal compianto assessore Lello Radice, che aveva assunto la direzione artistica della Festa dell'Immacolata, curandone ogni dettaglio. Lui aveva anche organizzato "per bene" - lo scorso anno - la processione dalla Cattedrale, che quest'anno non c’è stata, nonostante fosse stata annunciata alla cittadinanza. La delusione degli stabiesi è stata profonda. Ma il parroco, don Antonino De Maio, è caduto dalle nuvole, perché - si è scoperto - non era stato nemmeno avvisato... La pioggia ha fatto il resto, rovinando anche lo spettacolo sull'arenile, dove è andato in avaria l'impianto fonico, lasciando a urlarsela da soli gli artisti che si esibivano per una “Notte della Tammorra” finita in farsa. Per fortuna, però, è rimediabile lo spettacolo che i cittadini attendevano con grande favore, quello de "I Ditelo Voi". «Inizialmente programmato per la sera del 7 dicembre e poi rinviato a causa delle avverse condizioni meteo, sarà recuperato venerdì 3 gennaio alle ore 20.30 sull'arenile di Castellammare di Stabia», è l'annuncio pubblicato sul profilo Facebook del sindaco Gaetano Cimmino
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