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13 Dicembre 2019 - 07:15
NAPOLI. Un piano diabolico, maturato e messo a punto sull’asse San Giovanni a Teduccio-Milano, che avrebbe dovuto portare al clamoroso sequestro di un imprenditore bolognese del settore informatico. Una volta rapito, il manager sarebbe stato poi costretto versare fino a cinque milioni di euro su alcuni conti esteri riconducibili all’organizzazione. E qualora non avesse obbedito sarebbe stato massacrato senza alcuna pietà. Il progetto è stato però sventato in extremis e gli undici aspiranti sequestratori sono finiti in manette. Nel corso dell’indagine i carabinieri sono “inciampati” anche su una rapina da oltre 16mila euro, di cui devono rispondere altri sei indagati, due dei quali già coinvolti anche nell’altra vicenda. Otto, sommando le due operazioni, i napoletani finiti in manette. Tra loro anche lo specialista Giovanni Rinaldi, cugino del boss ergastolano Ciro “mauè”. Nelle province di Milano, Verona e Napoli, i carabinieri della compagnia di Corsico, insieme al nucleo Investigativo di Bologna, hanno dato esecuzione a un decreto di fermo della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bologna, emesso nei confronti di sei soggetti e proceduto al fermo di iniziativa nei confronti di ulteriori cinque, tutti gravemente indiziati del delitto di tentato sequestro di persona a scopo estorsivo in concorso. Il provvedimento cautelare trae origine da approfondimenti investigativi, nel mese di febbraio 2019, della stazione di Cornaredo del comando provinciale di Milano, a seguito di una ingente truffa informatica commessa in danno di una filiale di quel comune. In quest’ambito, grazie a una prolungata attività tecnica e agli appostamenti svolti in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, è stato appurato che i componenti della banda stavano pianificando il sequestro di un imprenditore del settore informatico, residente nel centro di Bologna. L’obiettivo era quello di costringere la vittima, anche mediante violenza fisica, a comunicare ai sequestratori i dati di accesso ai propri conti correnti, in modo da trasferire parte del denaro (tra 1,5 e 4,5 milioni di euro) a favore del sodalizio. Inoltre a Napoli e Modena gli stessi reparti hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Bologna, a carico di sei individui (due dei quali anche destinatari del fermo di indiziato di delitto per tentato sequestro di persona, per rapina aggravata in concorso. L’indagine ha permesso di accertare che due soggetti del gruppo criminale monitorato, l’11 novembre scorso, con l’ausilio di tre napoletani e di un cittadino marocchino, avevano perpetrato una rapina presso la sala slot “Bingo Globo” di Modena. I banditi, nella circostanza, sotto la minaccia di una pistola, avevano costretto un dipendente a consegnare loro 16.000 euro. Del tentato sequestro dell’imprenditore devono rispondere Laura Brioccia, 30enne di Colognola ai Colli (Vr); Giulio Brioccia, 40enne di San Martino Buon Albergo (Vr); Salvatore Guzzo, 47enne di Reggio Emilia; Antonio Cerqua, 56enne di Reggio Emilia; Giovanni Pezzella, 45enne di Napoli; Diego Frigerio, 38enne svizzero; soggetti sottoposti a fermo d’iniziativa Giuseppe Lausi, 43enne di Casoria; Giovanni Rinaldi, 50enne di Napoli; Luigi Fasano, 50enne di Napoli; Luigi Petrone, 47enne di Napoli; Nicola Bezzini, 41enne di Bergamo. L’ordinanza di custodia in carcere per la rapina in agenzia ha invece colpito Salvatore Guzzo, 47enne di Reggio Emilia; Antonio Cerqua, 56enne di Reggio Emilia; Abdelali Ahrdan, marocchino di 42 anni, residente a Castelfranco Emilia; Salvatore Di Dato, 59enne di Napoli; Pio Attanasio, 42enne di San Giorgio a Cremano; e Vincenzo Durante, 27enne di San Giorgio a Cremano.
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