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Roma Capitale, al via il processo per 42 imputati

Roma Capitale, al via il processo per 42 imputati

Il boss Domenico Pagnozzi collegato in videoconferenza dal carcere du Sassari. L'avvocato Vannetiello ha contestato le numerosissime imputazioni di cui risponde il Pagnozzi non sono state enunciate in maniera precisa.

ROMA. Quarantadue imputati, centoventuno capi di imputazione, sessantadue avvocati, trentaquattro le udienze finora in calendario. È iniziato oggi, nell'aula intestata al Giudice Occorsio presso il Tribunale  di Roma, V sezione penale , il processo “camorra capitale”. Gli imputati affiliati al clan nelle gabbie, mentre Pagnozzi Domenico, detenuto al regime del carcere duro, era collegato in videoconferenza dal carcere di Sassari. Tra i reati contestati ci sono quelli di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al narcotraffico, numerosissimi episodi droga, riciclaggio, estorsioni, usura, intestazioni fittizie di beni di lusso ed armi. Al vertice della cupola capitolina, secondo l’accusa, vi è Pagnozzi Domenico, noto negli ambienti criminali con gli appellativi di “o professore” oppure occhi di ghiaccio” per il colore azzurro dei suoi occhi, ma anche per via del suo sguardo gelido e spietato. Una definizione che, rivelano gli atti di indagine, trova riscontro anche nella circostanza che è stato l’unico ad imporre il suo potere nei confronti dei Casamonica, famiglia di etnia sinti, nota ormai a tutti per i fastosi recenti funerali del capostipite Vittorio, celebrati a Roma ed oggetto di attenzione da parte della stampa nazionale. Dopo la costituzione delle parti, il Tribunale – presieduto dalla dott.ssa Buonaventura-, ha dato la parola alle parti per le questioni preliminari e per le richieste di prova. È stato a quel punto che la difesa di Pagnozzi Domenico, rappresentata dall’avvocato Dario Vannetiello del Foro di Napoli, ha eccepito la nullità del decreto di giudizio immediato in quanto, a parere del difensore, le numerosissime imputazioni di cui risponde il Pagnozzi non sono state enunciate in maniera precisa. La difesa del boss campano ha anche chiesto al Tribunale di non ammettere i numerosissimi testimoni indicati dalla procura distrettuale antimafia, rilevando che la pubblica accusa non ha indicato compiutamente le circostanze sulle quali i testimoni dovranno essere sentiti. Tutte le difese si sono associate alle questioni ed alle richieste dell’avv. Vannetiello ed il Tribunale, alla luce della complessità delle questioni proposte, ha rinviato al 14 gennaio 2016, riservando a quella udienza la decisione.

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