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18 Dicembre 2015 - 15:18
Il prelato, 44enne della Piana di Gioia Tauro, lo scorso marzo fu sorpreso in compagnia di un minore, a bordo della sua autovettura, in un luogo appartato e poco frequentato
REGGIO CALABRIA. Un sacerdote di 44 anni della Piana di Gioia Tauro è stato arrestato questa mattina dalla polizia di Stato per prostituzione minorile , al termine di complesse indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria. L'indagine trae origine da un controllo, effettuato nello scorso mese di marzo da personale della polizia di Stato, che aveva sorpreso l'indagato in compagnia di un minore, a bordo della sua autovettura, in un luogo appartato e poco frequentato.
Il minore aveva riferito di aver conosciuto quel soggetto, che si era presentato sotto nome falso, su una chat per omosessuali. L'uomo con il quale era stato controllato, e con il quale si era sentito in precedenza diverse volte, gli aveva riferito che era un ricercatore scientifico di un paese della Piana di Gioia Tauro di 35 o 38 anni. Era seguito un appuntamento concordato su WhatsApp, che prevedeva un compenso di 20 euro per un rapporto sessuale orale, consumato in macchina poco prima che i poliziotti li controllassero. I primi accertamenti effettuati dalla Squadra mobile hanno consentito di riscontrare che la persona con cui il minore aveva consumato un atto sessualeera un sacerdote di una parrocchia della Piana di Gioia Tauro.
Nel corso di un' accurata perquisizione disposta dall' Autorità giudiziaria, gli investigatori della Polizia di Stato hanno sequestrato all'indagato numerosi file relativi ad immagini e video a sfondo omosessuale, anche autoprodotti, e numerose chat con richieste di incontri sessuali, con soggetti minori o con adulti, a pagamento e non, alcuni dei quali consumati.
Il religioso è indagato anche per sostituzione di persona, detenzione di materiale pedopornografico ed adescamento di minorenni poiché si attribuiva falsi nomi e diceva di svolgere professioni diverse da quella effettiva e deteneva materiale pedopornografico che aveva acquisito chattando e che aveva memorizzato nei suoi smartphone di ultima generazione.
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