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03 Gennaio 2020 - 14:52
Cinque colpi di grosso calibro contro il portone di un palazzo in piazza San Vincenzo. Spari in aria a Poggioreale
NAPOLI. La tregua negli ambienti di criminalità organizzata, com’era prevedibile e come da tradizione, è durata fino a Natale. Così già il 31 dicembre si è verificato il primo episodio collegabile alla criminalità organizzata: i colpi di pistola contro la vetrina di un centro scommesse nel Borgo Sant’Antonio Abate. Ma con l’arrivo del nuovo anno le tensioni sono riesplose in 2 quartieri ad alto rischio camorristico, il rione Sanità e Poggioreale. In piazza San Vincenzo l’altra notte sono stati esplosi contro il portone di un palazzo 5 proiettili di grosso calibro che hanno provocato altrettanti fori; nel rione Luzzatti invece i pistoleri hanno mirato in alto e le pallottole sono andate in aria per poi cadere sulla carreggiata. In entrambi i casi non sembra che ci fossero bersagli precisi, ma si sarebbe trattato di dimostrazioni di forze. Nessuno è rimasto ferito. I RAID. Erano le 2 quand’è scattato l’allarme in piazza Sanità mentre a mezzogiorno di ieri si è verificata la sparatoria nel rione Luzzatti, che non ha provocato danni. La prima zona è considerata storicamente sotto l’influenza del clan Mazzarella, la seconda dei Sequino-Savarese. Per cui, prendendo come base per le indagini una possibile dimostrazione di forza di gruppi malavitosi opposti, gli investigatori starebbero puntando l’attenzione sui Vastarella e i Mauro e nel secondo caso sui Contini. Ma gli stessi uomini e donne delle forze dell’ordine sottolineano come sia presto per formulare ipotesi concrete, tanto più che “stese” e raid armati da tempo sono diventati più frequenti per la facilità con cui le giovani generazioni di affiliati usano le armi. Anni fa prima di fare fuoco si rifletteva molto più perché boss e luogotenenti sapevano come gli investigatori aumentano la loro pressioni dopo vicende simili. Sia nel caso degli spari in piazza Sanità che in quello avvenuto nel quartiere Poggioreale, non ci sono testimoni. Esistono però telecamere pubbliche e private le cui immagini potrebbero essere utili per l’identificazione dei responsabili. I quali, una volta identificati, dovranno rispondere di porto e detenzione di armi da fuoco e spari in luogo pubblico. Reati puniti severamente, soprattutto se commessi per una semplice “bravata” e non con uno scopo preciso. Nei prossimi giorni, vagliando attentamente le immagini, si capirà se le indagini imboccheranno una strada in discesa oppure no.
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