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04 Gennaio 2020 - 14:55
La decisione legata alla presenza dell'assessore De Majo
NAPOLI. La Comunità ebraica di Napoli diserterà la cerimonia di installazione in piazza Bovio delle nove pietre d'inciampo in memoria delle vittime napoletane dell'Olocausto in polemica con la presenza del neo assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, Eleonora de Majo, "nota per il suo attivismo anti israeliano" e che "ha espresso giudizi tanto superficiali quanto offensivi per quegli ebrei che, sia a Napoli che in tutta la diaspora e in Israele, sono stati testimoni del più grande progetto di genocidio che mente umana abbia mai concepito". E' quanto si legge in una lettera della Comunità ebraica di Napoli a commento dell'annuncio, da parte dell'assessore de Majo, dell'installazione di 9 "Stolpersteine" martedì 7 gennaio alle ore 9.30 con l'artista Gunther Demnig. I "giudizi" ai quali la Comunità ebraica napoletana fa riferimento sono quelli contenuti in un post di de Majo datato 2015 nel quale esprimeva forti critiche nei confronti di Israele. "Ricordare le vittime della più infame pagina della storia è un gesto nobile - scrive la Comunità ebraica di Napoli - la recente nomina ad assessore alla Cultura della signora Eleonora de Majo, nota per il suo attivismo antisraeliano, ci induce però a ripensare la nostra partecipazione all'iniziativa. Senza scomodare la senatrice Liliana Segre e la sua lezione di stile tenuta in occasione dell'inopportuna e strumentale offerta di cittadinanza onoraria fatta dal Comune di Napoli, ci piace ribadire che ci sono cose che passano e altre che restano, soprattutto nella memoria immateriale della città. Appare quantomeno paradossale che ci sia qualcuno a ricordare gli ebrei morti per poi disprezzare quelli vivi, come ahinoi, abbiamo troppo spesso visto e ascoltato. E non ci si dica, ancora una volta, che antisionismo e antisemitismo sono cose diverse tra loro. No, antisionismo e antisemitismo sono le due facce di un'identica medaglia, come ha più volte ricordato l'International Holocaust Remembrance Alliance (Ihra)". La Comunità ebraica di Napoli fa sapere che diserterà "non solo la cerimonia del 7 gennaio, ma anche tutte quelle che vedranno la presenza della signora Eleonora de Majo. La Comunità ebraica di Napoli ricorderà Luciana e Loris Pacifici, Milena Modigliani, Iole Benedetti, Oreste Sergio Molco, Amedeo, Aldo, Elda e Paolo Procaccia il prossimo 30 gennaio, alle ore 10 a piazza Bovio e alle 11 in via Luciana Pacifici, in occasione del 66esimo anniversario della loro deportazione ad Auschwitz. Lo farà assieme ai tantissimi napoletani che rifiutano la facile retorica e con essa tutte le forme di strumentalizzazione, convinti che rispettare gli ebrei vivi e le loro istituzioni sia il modo migliore per ricordare quelli risucchiati nel vortice della Shoah", conclude la lettera.
LA REPLICA DELL’ASSESSORE. "Mi spiace sinceramente per chi ha scelto questa importante celebrazione come ennesima occasione di polemica ma Napoli martedì ricorderà le vittime della Shoah nel rispetto della storia antifascista nella quale ognuno di noi si riconosce orgogliosamente". Così l'assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, Eleonora de Majo, commentando la presa di posizione della Comunità ebraica di Napoli che, alla luce delle posizioni "anti Israele" espresse dalla stessa de Majo, ha deciso di non partecipare alla cerimonia di installazione delle pietre d'inciampo dedicate alla memorie delle vittime napoletane del nazifascismo. "Apprendo dalla stampa - scrive de Majo - che la comunità ebraica non sarà presente a causa delle mie posizioni contro lo Stato di Israele. Nel rispetto delle scelte insindacabili di ognuno, ritengo questa sovrapposizione pericolosa e profondamente disonesta intellettualmente. Criticare, anche aspramente, la politica di uno Stato non ha nulla a che fare con i rigurgiti di odio ed intolleranza che pure stanno tornando sempre più forti e volenti nella nostra società. L'antisemitismo esiste, è vero, ma bisognerebbe cercarlo dove cresce rigoglioso, vale a dire nelle sedi dei gruppi di estrema destra di cui sempre meno e con sempre meno convinzione si chiede la chiusura". De Majo conclude ribadendo che "la cultura antifascista è scritta inequivocabilmente nella mia biografia, nelle mie scelte di vita e nella militanza che ha caratterizzato tutto il mio percorso politico e che mi ha portato tante volte al confronto anche duro e frontale con quegli odiatori di professione di cui dovremmo seriamente tutti preoccuparci".
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