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10 Gennaio 2020 - 17:16
NAPOLI. I medici di famiglia di Napoli lanciano l'allarme «sul rischio collasso assistenziale» dovuto al funzionamento «a singhiozzo» del sistema grazie al quale vengono gestite le prescrizioni mediche informatizzate, «che in questi primi giorni dell'anno sta manifestando seri problemi di funzionalità». L'allarme arriva da Corrado Calamaro e Luigi Sparano della Federazione nazionale medici di famiglia (Fimmg) di Napoli, che segnalano come «gli studi sono pieni e così la situazione è insostenibile». Sulla vicenda interviene anche il presidente dell'Ordine dei Medici di Napoli Silvestro Scotti: «Quello che sta accadendo va oltre ogni possibile immaginazione. Ben oltre i limiti della decenza e della coscienza». La Fimmg di Napoli lancia un appello ai direttori generali delle aziende sanitarie affinché «ciascuno faccia la propria parte per evitare il tracollo. Il problema riguarda in modo particolare il sistema informatico grazie al quale vengono gestite le prescrizioni mediche informatizzate, che in questi primi giorni dell'anno sta manifestando seri problemi di funzionalità. Un incubo per i medici di famiglia - proseguono i medici di famiglia - perché proprio questo è uno dei periodi caldi, a causa dell'influenza di stagione e di tutte le complicanze che ad essa si associano. Con decine e decine di visite al giorno, ci troviamo spesso a perdere un tempo infinito su un interfaccia che funziona a singhiozzo».
Tutt'altro che intenzionati ad «abbandonare» gli assistiti, rimandandoli ad un secondo momento, i medici di famiglia stanno ovviando al problema compilando le cosiddette “ricette rosse". Cosa che garantisce la continuità assistenziale e la copertura delle prestazioni nelle strutture pubbliche e accreditate. Ma è in questo passaggio che si sta manifestando un ulteriore problema. «Decine e decine di pazienti - concludono Calamaro e Sparano - stanno tornando indietro ricette alla mano, lamentando di non essere riusciti a prenotare la prestazione necessaria. Da più parti si sentono dire che la ricetta rossa non va bene, ma questo non è vero. È solo che andrebbe trascritta a mano ed evidentemente questo ad alcuni sportellisti non è gradito. Tuttavia, negare ai cittadini ciò che spetta loro di diritto non è accettabile». «Spero che i direttori generali delle Asl e delle aziende ospedaliere, e più in generale chiunque abbia la responsabilità di gestire il sistema, si adoperi immediatamente affinché sia garantito ai cittadini l'accesso alle cure e alle prestazioni e pertanto che sia chiarito agli erogatori che le ricette rosse sono pienamente valide e non che sono sbagliate o non più valide come viene usualmente detto con la conseguenza che i medici vengano, colmo dei colmi, messi alla berlina e in cattiva luce nei confronti dei pazienti - conclude Scotti - Non è tollerabile che ancora una volta il medico sia utilizzato come capro espiatorio del sistema, non lo è anche alla luce del clima di grande diffidenza e di violenza che ormai è sotto gli occhi di tutti».
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