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Blitz con giallo negli Emirati: Imperiale fugge in extremis

Blitz con giallo negli Emirati: Imperiale fugge in extremis

NAPOLI. Il giallo di Dubai tra voci confidenziali e smentite non ufficiali. Secondo alcune fonti, in occasione dell’arresto all’aeroporto principale degli Emirati Arabi di Bruno Carbone, il 42enne di Marano, broker internazionale di droga, sarebbe sfuggito alla cattura per un motivo non chiaro il re dei traffici internazionali di cocaina Raffaele Imperiale. Il primo è stato arrestato perché era atterrato da Panama con un passaporto falso, sul 42enne di Castellammare di Stabia il mistero è fitto. Era andato via da Dubai, dove da quattro anni circa vive una latitanza dorata tra alberghi di lusso e champagne, per poi ritornarci, anch’egli con un documento posticcio? Oppure è la notizia a essere falsa? Di sicuro la vicenda sa molto di intrigo internazionale da 007 e una conferma, in un senso o in un altro, non avrà mai i crismi dell’ufficialità. Raffaele Imperiale, secondo questa suggestiva tesi, sarebbe sfuggito a un controllo della polizia locale. La stessa che ha bloccato e ammanettato Bruno Carbone su indagini compiute dai carabinieri del nucleo investigativo di Napoli, ai quali evidentemente era arrivata la notizia del suo atterraggio a Dubai da Panama. Le autorità arabe, e questo è un altro mistero, potrebbero aver deciso di espellerlo dagli Emirati e il 42enne potrebbe già trovarsi in un’altra nazione. In ogni caso gli è costato caro il passaporto fasullo con cui viaggiava, reato per il quale non c’è copertura a livello di estradizione. Secondo gli investigatori napoletani Bruno Carbone e Raffaele Imperiale, quindi a livello teorico non si può escludere che stessero insieme e provenissero entrambi da Panama. Ma al primo è stato controllato con attenzione il documento, al secondo no (sempre secondo la voce che ieri girava). Entrambi sono ricercati per inchieste italiane, ma gli Emirati Arabi difficilmente concedono l’estradizione e perciò “Lello ’o parente” si era recato da uomo libero nel paradiso per turisti, restandoci sicuramente fino a poco tempo fa. Nato da una famiglia di imprenditori di Castellammare, fino all’ottobre2015 Imperiale non era mai stato coinvolto in procedimenti giudiziari, ed era conosciuto solo dai camorristi, dai commercianti di droga e dalle polizie di mezzo mondo. Sposato e padre di due figli, ha sempre comprato e venduto. Ha cominciato con il vino e l’acqua minerale (tra i malavitosi era conosciuto come Lelluccio Ferrarelle) ed è arrivato alla cocaina accumulando un patrimonio che, a giudicare da quello che ha speso in questi anni, non si sognano nemmeno i più affermati imprenditori. Secondo gli investigatori le società immobiliari (valore: dieci milioni di euro) che gli sono state sequestrate sono una parte, probabilmente esigua, del suo patrimonio. La fortuna per il commerciante di vini cominciò a girare quando decise un investimento vincente e da Castellammare volò ad Amsterdam per aprire un coffee-shop, uno di quei bar olandesi dove è possibile consumare droghe leggere di diversa qualità. Fu probabilmente in quel periodo che entrò in contatto con i collettori di stupefacenti e soprattutto con gli scissionisti di Secondigliano. Gli inquirenti ne segnalano la presenza nel 2004 al momento dell’arresto di un latitante di spicco di Fuorigrotta, Mario Cerrone, e nel 2005 a Barcellona quando scattarono le manette per Raffaele Amato.

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