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30 Gennaio 2020 - 13:39
Conferenza all'indomani dell'inaugurazione dell'Anno Giudiziario in programma sabato con il Pg di Napoli e il presidente Giuseppe De Carolis di Prossedi
NAPOLI. Un principio che "non scandalizza" e che "non e' sbagliato". La legge sulla prescrizione, che blocca i tempi dopo la sentenza di primo grado non preoccupa i vertici della corte d'Appello di Napoli, il procuratore generale Luigi Riello e il presidente Giuseppe De Carolis di Prossedi. "Era un principio sostenuto anche dall'Anm qualche tempo fa - sottolinea Riello - il problema e' che c'e' solo la prescrizione e nessun provvedimento per accorciare i tempi dei processi. Calata nella realta' e nella difficile situazione, significherebbe l'accantonamento di tanti processi, creando un esercito di infiniti processabili. Chi parla di 'ergastolo processuale' o di 'inizio pena mai' non sbaglia". Per il presidente De Carolis l'impatto della nuova legge non si conoscera' nell'immediato, perche' avra' effetto trq qualche anno sui procedimenti iscritti dall'1 gennaio in poi. "I processi pendenti continueranno a prescriversi - dice - Se non si cura la malattia della durata eccessiva dei processi, non si risolve il problema. Piu' di tanti processi non riusciamo a fare". E De Carolis sottolinea anche che in Corte d'Appello pendono 54mila processi con 30 magistrati chiamati a occuparsene. "Piu' di 1700 sentenze - non si possono fare - spiega - e un magistrato in un anno puo' emettere non piu' di 200 - 250 sentenze. Abbiamo una giustizia lenta, ma frettolosa, se consideriamo i tempi effettivi dedicati a ciascun processo".
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