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Spaccio, scarcerata la moglie del boss Piccirillo

Spaccio, scarcerata la moglie del boss Piccirillo

Pizzicata con 40 grammi di droga, Maria Mazzocchi torna in libertà

NAPOLi. La sua permanenza nel carcere di Pozzuoli è durata appena quarantotto ore. Maria Mazzocchi, 61enne consorte del ras ergastolano dei Quartieri Spagnoli, Salvatore Piccirillo, in udienza di convalida ha deciso di ammettere gli addebiti e alla fine il gip le ha imposto il solo di divieto di dimora in Campania. Tradotto, la spacciatrice delle Chianche ha subito potuto lasciare il penitenziario nel quale si trovava detenuta da mercoledì scorso. La sua cattura ha destato non poco clamore negli ambienti criminali e camorristici di Montecalvario. La donna è infatti la moglie di Salvatore Piccirillo, alias “Totore ’e Silvestro”, storico esponente di punta del clan Mariano che dagli anni Duemila sta scontando una condanna definitiva all’ergastolo per l’omicidio di Gaetano Festa, affiliato ai Lepre del Cavone di piazza Dante. La stessa Maria Mazzocchi ha alle spalle un curriculum criminale di discreto spessore: due precedenti per droga e un terzo per armi. E proprio il possesso di due panetti di cocaina dal peso complessivo di 40 grammi la scorsa settimana ne avevano determinato il nuovo arresto. All’arrivo della polizia la 61enne di vico Vacche a San Liborio aveva provato a sbarazzarsi della droga facendola letteralmente volare dal balcone di casa. Un gesto che non è passato inosservato agli occhi dei poliziotti del commissariato Dante. Gli agenti hanno quindi recuperato i panetti, dopo di che hanno passato al setaccio la sua abitazione. Ed è qui che hanno ritrovato poi duecento euro di dubbia provenienza. A quel punto l’arresto per detenzione ai fini di spaccio è stato inevitabile. La 61enne è però rimasta in carcere appena lo stretto necessario. Il clamoroso colpo di scena è arrivato al termine dell’udienza di convalida. Assistita dal proprio avvocato di fiducia, il penalista Luca Mottola, Maria Mazzocchi ha innanzitutto ammesso gli addebiti, dopo di che ha reso alcune brevi dichiarazioni spontanee. La 61enne, in particolare, ha sostenuto che quei pacchetti le erano stati consegnati da alcuni, non meglio precisati, ragazzi, ma che non aveva la minima idea di cosa ci fosse al loro interno. Soltanto all’arrivo della polizia ha capito che le cose si stavano per mettere molto male e che quindi era meglio provare a sbarazzarsi di quegli involucri. Al netto della veridicità del suo racconto, il giudice per le indagini preliminari ha ad ogni modo ritenuto che la misura del divieto di dimora in Campania fosse sufficiente a garantire le esigenze cautelari. Di tutt’altro avviso era il pubblico ministero, che aveva invece chiesto la conferma della custodia in carcere. A spuntarla sono state però alla fine l’istanza e la strategia del difensore Mottola. Maria Mazzocchi, nonostante la sfilza di precedenti penali alle spalle, è quindi ritornata a piede libero. Una scarcerazione, la sua, che potrebbe avere non poche ripercussioni sugli equilibri di “mala” della zona.

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