Cerca

Coronavirus: le falle del “cordone sanitario” italiano

Coronavirus: le falle del “cordone sanitario” italiano

Imprenditore italiano che lavora in Oriente: "Inferno per i nostri connazionali abbandonati in Cina e negli aeroporti di scalo". E c'è chi è riuscito a entrare in Italia evitando i controlli.

«Quanto è giovato all’Italia bloccare i voli da e per la Cina?», è la domanda che si sta ponendo un imprenditore della provincia di Napoli, che in questi giorni, per pura fortuna, si è trovato in Italia e osserva a distanza, ma tenendosi in collegamento costante, con i suoi dipendenti e i suoi amici bloccati in Cina. 
«Il Governo Conte si vanta di avere assunto le misure più drastiche per scongiurare la propagazione del contagio da coronavirus – spiega - Ma le precauzioni assunte si potrebbero rivelare in futuro un autogol devastante, politicamente ed economicamente e, per giunta, rischiando di non aver potuto arginare il contagio tanto temuto. Sui social cinesi, gli insulti al premier Giuseppe Conte, e all’Italia intera, accusata di razzismo dopo l’annuncio dello stop dei collegamenti aerei, non accenna a diminuire. È possibile che i nostri ministri abbiano considerato l’odio sviluppatosi una conseguenza calcolata, un danno collaterale al quale si è andato incontro con consapevolezza, per l’interesse superiore di dover proteggere gli italiani da una eventuale epidemia ad alta mortalità. Ma, purtroppo, le misure anti-coronavirus (stop ai voli da e per la Cina, quarantena per i rimpatriati, che sono solo 70) presentano numerose falle che potrebbero invalidare del tutto le “scelte sanitarie”  adottate». 
Da giorni, infatti, il nostro Paese (tanto sollecito con i 70 rimpatriati da Wuhan, per i quali il ponte con la Cina sarà aperto nei prossimi giorni) ha abbandonato gli italiani che in seguito all’allarme coronavirus hanno tentato di fare rientro a casa affidandosi a compagnie aeree che effettuavano scali intermedi – a Dubai, per esempio – dove una comitiva di 15 italiani non ha trovato alcun aiuto per poter proseguire, per l’improvvisa interruzione di collegamenti aerei. Ne è testimone un video postato da una ragazza che chiede aiuto in lacrime. Altri italiani che non si trovano a Wuhan, ma in città limitrofe, si ritrovano obbligati dalla polizia locale a restare segregati nelle proprie abitazioni o stanze d’albergo (sono già 11 giorni) senza viveri e senza soccorsi. 
Altri nostri connazionali – e comitive di turisti cinesi – sono riusciti, invece, ad aggirare il blocco dei voli aerei in Italia facendo scalo a Monaco, poi proseguendo per Venezia. E c’è il “caso” dell’italiano originario di Manduria (Puglia) che, dopo giorni di pena bloccato a Dubai, insieme con la moglie e una bambina di 6 mesi, è atterrato finalmente a Roma, per proseguire senza alcun controllo né quarantena preventiva, verso casa. È arrivato ieri.
In questo caos generale in cui il governo italiano ostenta una compiaciuta efficienza, altri nostri connazionali stanno tentando di cavarsela da soli, o resistendo agli “arresti domiciliari” in Cina o tentando “una fuga” che punta a scali europei da cui poi raggiungere l’Italia alla chetichella. Chi ci è riuscito, ha evitato i controlli. «Ho un mio amico che vive vicino a Zhuhai– racconta l’imprenditore italiano – con il quale mi sento ogni giorno. Sta vivendo con la moglie attaccato alla tv. La situazione è sconfortante». Nei prossimi giorni scatterà il “piano del Governo” che intercetterà gli arrivi in Italia mediante scali in altri aeroporti. Bisogna augurarsi che il virus non abbia contagiato chi si è infilato nelle maglie larghe di questi giorni.
Intanto, proprio in Cina – dove sembra che al momento la diffusione del virus stia rallentando – il governo è consapevole che la situazione potrebbe sfuggire di mano nelle prossime settimane. Le strade deserte, così come le vediamo nelle scarse immagini rimandate dalle città cinesi, si ripopoleranno tra 4-5 giorni. «I cittadini cinesi stanno “godendo” delle ferie residue che tradizionalmente hanno la possibilità di consumare durante il Capodanno, che però terminerà a breve – spiega l’imprenditore - Poi, saranno tutti obbligati a ritornare a scuola, in fabbrica, a usare i mezzi di trasporto pubblico, insomma a intrecciare contatti stretti e frequenti perché la Cina intera tornerà alle proprie attività usuali e nessuno potrà arrestare il diffondersi del coronavirus finora tenuto “sotto controllo” dallo stop consentito proprio dalla festa più popolare e più amata dai cinesi».

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Roma

Caratteri rimanenti: 400

Logo Federazione Italiana Liberi Editori