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05 Febbraio 2020 - 07:45
NAPOLI. Spaccio di marijuana al Cavone di piazza Dante, condanne al ribasso per le donne del clan. Finite alla sbarra dopo essere state pizzicate a settembre con oltre cinquanta grammi di “erba” pronti a essere piazzati, Annamaria Troise e Mariarca Lepre, rispettivamente moglie e figlia del ras Patrizio Lepre “’o nennillo”, sono state condannate in primo grado a 2 anni e 4 mesi la prima e 2 mesi con sospensione della pena la seconda. Un’inezia. Il processo celebrato con il rito abbreviato ha visto il gip del Tribunale di Napoli, Simona Cangiano, emettere un verdetto piuttosto clemente. Ampiamente accolte dunque le istanze portate avanti dagli avvocati Luca Mottola, difensore di Troise, e Carla Maruzzelli, che assiste invece Lepre. Il pubblico ministero, dal canto suo, aveva infatti invocato una condanna decisamente più consistente: 3 anni e 6 mesi di reclusione per la madre. Vale la pena ricordare che Annamaria Troise già alla vigilia di Natale, nonostante due precedenti specifici alla spalle, aveva ottenuto una clamorosa scarcerazione che le ha consentito di andare a processo a piede libero. Troise e la figlia erano state ammanettate alla fine dell’estate scorsa. Erano stati gli esperti poliziotti del commissariato Dante a bloccare e ad arrestare le due donne nel corso di un servizio antidroga eseguito in via Francesco Saverio Correra, storica roccaforte della famiglia Lepre. Tutto è cominciato dopo aver notato Annamaria Troise e Mariarca Lepre sedute sul marciapiede davanti alla loro abitazione. Il loro atteggiamento sembrava innocuo. Si trovavano su due sedie e davano l’impressione di parlare del più e del meno. Ma di fronte a loro c’era un giovane, poi identificato in un tale “Marcello”, che non si trovava lì per caso. Alla vista degli agenti la 28enne aveva allontanato quest’ultimo e aveva detto qualcosa alla madre, che subito si era chinata in corrispondenza di un’autovettura. A quel punto sono entrati in azione i poliziotti bloccando le due donne, già conosciute dagli investigatori, che hanno trovato una busta con cinquanta grammi di marijuana già divisi in 75 bustine. Così Annamaria Troise e Mariarca Lepre sono state arrestate per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Troise già all’epoca aveva alle spalle due precedenti specifici. Non solo, la 59enne in passato è anche finita sotto indagine per associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga: i sospetti della Procura antimafia non hanno però in seguito trovato l’accoglimento del gip e, di conseguenza, non si sono mai trasformati in un ordine di cattura. L’ennesimo colpo di scena non si è però fatto attendere. Annamaria Troise, stremata dai tre mesi trascorsi dietro le sbarre, a dicembre confessa tutto e ottiene l’insperata scarcerazione. A distanza di un mese e mezzo è arrivato anche il verdetto di primo grado e le due donne riescono a cavarsela con condanne minime.
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