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Inchiesta rifiuti, tutte le accuse a Regione e Comune

Inchiesta rifiuti, tutte le accuse a Regione e Comune

NAPOLI. Mancato raggiungimento della percentuale del 65 per cento di raccolta differenziata a Napoli. È una delle contestazioni mosse, a vario titolo, a 17 dei 23 indagati per omissione di atti d’ufficio, tra i quali il vicepresidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola; l’assessore comunale di Napoli all’Ambiente, Raffaele Del Giudice; Francesco Iacotucci, ex amministratore unico di Asìa, e Francesco Mascolo, attuale direttore generale della municipalizzata; e altri attuali ed ex dirigenti di Comune di Napoli e Regione Campania, nell’inchiesta della Procura partenopea, aggiunti Sergio Amato e Nunzio Fragliasso, responsabili della sezione Ecologia, e pm Francesca De Renzis e Giulio Vanacore, sul ciclo integrato dei rifiuti in Campania. L’accusa è quella di non aver posto in essere «le attività necessarie e idonee ad assicurare l’incremento della raccolta differenziata dei rifuti solidi urbani sino al raggiungimento della percentuale minima del 65 per cento nel comune di Napoli». Secondo i pm, Iacotucci e Mascolo non avrebbero provveduto «tempestivamente alle forniture di mezzi e attrezzature per la raccolta differenziata nella città di Napoli; alla realizzazione degli impianti per il trattamento dei rifiuti differenziati; a realizzare l’ecodistretto di San Pietro a Patierno, via provinciale a Casoia, e quello di Scampia viale della Resistenza». La mancata definizione delle gare per la fornitura di mezzi e attrezzature avrebbe cagionato, secondo quanto si legge nell’ordinanza, un danno patrimoniale «di rilevante gravità al Comune di Napoli» corrispondente all’importo dei «corrispettivi dello stesso Comune non riscossi per il conferimento della frazione differenziata ai consorzi in seguito al mancato raggiungimento degli obiettivi minimi fissati dalla legge per la raccolta differenziata dei rifiuti, pari a 42.960.280 euro per gli anni dal 2013 al 2019» e ai maggiori costi, pari a 171.586.240 euro sempre tra il 2013 e il 2019, «sostenuti dal Comune di Napoli per il conferimento al termovalorizzatore di Acerra della frazione indifferenziata dei rifiuti». Il tutto concorrendo a cagionare anche un danno allo Stato italiano che ha dovuto versare all’Unione europea già 151.640.000 euro al novembre 2018 e ne deve corrispondere altri 43.800.000 per il periodo 17 luglio 2018-16 luglio 2019. Degli stessi rilievi risponde anche Del Giudice in qualità di amministratore unico di Asìa dall’aprile 2014 al giugno 2015 In questo quadro, Bonavitacola e altri attuali ed ex dirigenti regionali, Michele Palmieri, Adelaide Pollinaro, Maria Salerno, Anna Martinoli, Roberto Casini, Luca Scirman, Mauro Ferrara e Francesco Prisco, avrebbero omesso l’esercizio delle «dovute e prescritte funzioni di vigilanza e i conseguenti poteri sostitutivi spettanti alla Regione Campania» per assicurare l’incremento della differenziata. 

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