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10 Febbraio 2020 - 13:17
NAPOLI. La proposta lanciata al Sabato delle Idee un paio di settimane fa per una Cittadella dello spettacolo all’interno dell’Albergo dei Poveri ha riaperto la discussione sulla destinazione del complesso monumentale che è tra i più grandi d’Europa. La struttura è al centro di una scelta di dismissione operata dal Comune di Napoli già da alcuni anni dopo che sono andate deserte alcune manifestazioni di interesse lanciate dal sindaco Luigi de Magistris durante il suo primo mandato. L’attuale valutazione di 120 milioni di euro, tenendo conto che è in corso dal 2017 una trattativa di federal building con il Demanio, potrebbe essere attrattiva per l’imprenditoria privata. Un progetto di recupero è stato varato dall’associazione “Carlo La Catena”, presieduta da Nicola Perna, già dal 1998 e poi è stato aggiornato poco meno di un anno e mezzo fa. Il tutto accompagnato dalla riqualificazione complessiva dell’area che parte da piazza Carlo III e si estende fino al Museo Nazionale che potrebbe essere trasformato in un grande albergo-museale. «Palazzo Fuga, diverrebbe il museo dell’archeologia più importante al mondo, esponendo nelle sale tutto quello attualmente visitabile al Museo Nazionale arricchendolo dei reperti che attualmente sono conservati nei depositi, creare delle Sale speciali per ospitare anche i navigli di epoca romana ritrovati in piazza Municipio a seguito dei lavori di scavo della metropolitana, oggi giacenti in depositi» si legge nel progetto che prevede anche la realizzazione di un .centro commerciale naturale, comprendendo il Borgo Sant’Antonio Abbate, corso Garibaldi, corso Novara e corso Garibaldi. Per la riqualificazione dell’Albergo, il piano contempla la costituzione di uno strumento di gestione, un “Consorzio o Fondazione Palazzo Fuga”, composto da Comune di Napoli; Regione Campania; Curia; Soprintendenze dei Beni Artisti e Architettonici e dei Beni Archeologici; Università Federico II e/o altre università; Scuola di Formazione Professionale; ministeri dell’Interno (per la Polizia di Stato e Vigili del Fuoco), della Difesa (per l’Arma dei Carabinieri) e delle Finanze; Altri enti e privati. Diverse le attività da sviluppare, a partire da una serie di musei: archeologico; per collezioni private; tradizionale e futuristico; delle scienze naturali-età paleolitica e neolitica; del teatro e della musica napoletano; delle arti napoletane; dell’artigianato e dell’antiquario. Inoltre, la struttura potrebbe ospitare uffici della Soprintendenza; l’Università per lo studio dell’Archeologia e delle Belle Arti; laboratori e scuole del restauro e di recupero dei beni trafugati; Scuola dell’artigianato e dell’antiquariato, per il trattamento delle materia e di formazione per le forze dell’ordine e per i vigili del fuoco; una sala convegni e un’altra per le aste d’arte; un parco con giardini fruibili a tutti; ristorante e bar; parcheggio. In questo modo, si favorirebbe la creazione di reti di scambio di competenze tra centri di ricerca, università e imprese del territorio e sviluppo nuove professioni legate al settore, innovazione delle imprese. Nel progetto dell’associazione, tra l’altro, si prevede l’utilizzo della forza lavoro dei migranti per dare un lavoro e dignità a queste famiglie. Il presidente Perna sottolinea che «la sfida è ricostruire e rifunzionalizzare l’Albergo dei Poveri, costruire il primo museo del futuro che ricordi il passato o la nuova gestione consentirà di incrementare la velocità di trasmissione dei dati tra le vari sedi del Comune e porre le basi per la realizzazione del futuro di una rete pubblica comunale a servizio della pubblica amministrazione».
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