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Imprenditrice bolognese minacciata, sgominata gang di usurai napoletani

Imprenditrice bolognese minacciata, sgominata gang di usurai napoletani

NAPOLI. Vessata dalle continue richieste di denaro e spaventata dalle minacce di morte, un'imprenditrice bolognese ha deciso di rivolgersi ai carabinieri e denunciare due uomini e una donna, tutti di origine campana, che dal 2013 erano diventati il suo incubo. Così all'alba sono state seguite, tra Napoli e Bologna, tre misure cautelari. Per i due uomini si sono aperte le porte del carcere, mentre per la donna è scattato l'obbligo di dimora a Napoli e il divieto di comunicare con la persona offesa. Si tratta di D. C., 54 anni, parrucchiere, che ha svolto attività di “mediazione" tra la donna ed i suoi aguzzini, D. V., 57 anni, e sua moglie P. M., 54 anni, entrambi suoi parenti e residenti a Napoli. I due uomini hanno precedenti di polizia generici, mentre la donna è incensurata. I provvedimenti sono stati emessi dal Gip su richiesta della Procura della Repubblica di Bologna. I fatti risalgono al 2013, ma solo nell'ottobre 2018 l'imprenditrice bolognese ha avuto il coraggio di denunciare. 

La donna, pressata dal pagamento di mutui e cartelle esattoriali, avrebbe chiesto aiuto ad un conoscente, poi deceduto, che l'avrebbe messa in contatto con la banda di usurai. A loro ha chiesto un prestito di 20.000 euro, ma a quel punto è rimasta intrappolata nella rete degli strozzini che le hanno chiesto il pagamento di 1.000 euro al mese di interessi. In cinque anni, infatti, la donna ha pagato circa 60.000 euro di interessi. Gli investigatori hanno calcolato un tasso di interessi superiore al 76%. In questo modo ha solo in parte ripagato il prestito iniziale. La situazione è precipitata quando, alle continue richieste di denaro, si sono aggiunte chiamate, richieste di denaro, appostamenti sotto casa e minacce di morte impedendo alla donna di uscire dalla trappola in cui era caduta.

«No, ora devi rispondere non tra poco. Rispondi subito o domani ti giuro sto da te a casa tua, te lo giuro ti combino un casino», «Gli do una coltellata alla gola», «Te li trovi sotto casa tua! Sanno nome, vita e miracolo, tua, di tua figlia, di tuo figlio, tutto», riferendosi ad alcuni clan: queste alcune delle frasi intercettate dagli investigatori durante le indagini. Sono stati i Carabinieri della Stazione Indipendenza di Bologna a raccogliere la prima denuncia della donna. Da subito il quadro indiziario è apparso estremamente grave e i militari del Nucleo Operativo della Compagnia Bologna Centro, sotto la guida e la direzione della Procura di Bologna, hanno avviato le indagini con intercettazioni telefoniche e servizi di pedinamento. I reati contestati ai tre sono usura e estorsione in concorso. Gli investigatori non escludono che la banda in passato abbia estorto denaro ad altre persone.

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