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11 Febbraio 2020 - 19:18
NAPOLI. Colpo di scena al Riesame, il Tribunale delle Libertà revoca la misura degli arresti domiciliari per il celebre ortopedico napoletano Paolo Iannelli (nella foto). In accoglimento alla linea portata avanti dal difensore del medico, il penalista Maurizio Lojacono, i giudici dell’Ottava sezione del Tribunale partenopeo hanno annullato l’ordinanza di custodia cautelare che il 23 gennaio scorso aveva colpito il noto professionista, figlio di Eduardo “il barone rosso”, decano dell’ortopedia italiana. Gli atti di indagine, stando a quanto sostenuto dalla difesa, non erano infatti utilizzabili. Il deposito delle motivazioni del verdetto è stato fissato in 45 giorni.
BANCAROTTA FRAUDOLENTA. Sulla testa di Paolo Iannelli pendeva come una spada di Damocle un’accusa a dir poco consistente. Il professionista era infatti stato arrestato circa tre settimane fa dalla guardia di finanza per bancarotta fraudolenta. Una brutta storia di false fatture e presunte tangenti sulle protesi. Sotto sequestro erano finiti anche la società “Il Muletto” e beni per 4,8 milioni di euro riconducibili all’ex primario del Cardarelli, condannato in primo grado a 9 anni. Secondo inquirenti e investigatori, Iannelli, in qualità di amministratore di fatto della società "Casa del Sole” - di cui deteneva delle quote - proprietaria della clinica privata Villa del Sole di Napoli, avrebbe fatto confluire il denaro versato dai pazienti di quella struttura su conti correnti intestati a persone a lui riconducibili, una delle quali deceduta prima che il conto fosse aperto, favorendone il fallimento.
“Il MULETTO”. I soldi sarebbero poi finiti nelle casse de “Il Muletto" anche attraverso fatture per operazioni inesistenti, come l’affitto di un immobile a Capri e di una barca. Nella società sequestrata, sempre secondo l’accusa, sarebbe finito anche denaro frutto di concussioni ad alcune ditte. Il difensore Lojacono ha però sostenuto e dimostrato l’inutilizzabilità degli atti di indagine fin qui acquisiti.
IL PRECEDENTE. Un copione che era già andato in scena nel 2016, quando Iannelli venne raggiunto da un sequestro di natura patrimoniale. La difesa, facendo leva sull’assenza di richiesta di proroga da parte del pubblico ministero, riuscì a spuntare l’annullamento del provvedimento: la stessa eccezione è stata sollevata anche a proposito di quest’ultima indagine. A favore di Paolo Iannelli ha però deposto anche la carenza di esigenze cautelari. Preso atto dell’incertezza formale del quadro indiziario, i giudici dell’Ottava sezione del Tribunale del Riesame di Napoli non hanno quindi potuto far altro che disporre l’annullamento della misura degli arresti domiciliari. L’ortopedico Iannelli torna così a tutti gli effetti a essere un uomo libero, mentre l’inchiesta a suo carico finisce per impantanarsi in un nuovo punto di non ritorno.
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