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18 Febbraio 2020 - 07:27
Afragola, in due armati di pistola su uno scooter
AFRAGOLA. Questa volta i banditi sono andati pesanti, prendendo di mira Antonio Moccia, pregiudicato, l’ultimo dei fratelli Moccia (figlio dei defunti Gennaro e Anna Mazza) rimasto nella natia cittadina. Un vero e proprio raid criminale, consumatosi in una stradina di periferia. Nell’auto guidata dallo stesso Antonio Moccia, c’era un architetto del luogo al quale i due rapinatori, giunti sul posto a bordo di uno motoveicoli, sarebbero riusciti a portare via un Rolex d’epoca ed alcune centinaia di euro. Per mettere a segno la rapina con il calcio dell’arma hanno mandato in frantumi il vetro dell’utilitaria, costringendo le vittime - dopo la classica frase “questa è una rapina consegnateci tutto” - a farsi consegnare oltre agli oggetti preziosi che avevano, anche l’orologio d’epoca che il noto professionista afragolese indossava al polso. Passata lo choc, i due si sono portati presso il locale comando stazione dei carabinieri (a bordo della stessa utilitaria danneggiata), formalizzando la denuncia. Un atto dovuto. Secondo voci che non trovano alcuna conferma, la rapina a mano armata sarebbe stata consumata qualche settimana fa in via Capri, a ridosso di una sorta di area commerciale, all’interno della quale sono presenti alcuni capannoni. Ovviamente non sono trapelati particolari, ma sembra che il poco sia avvenuto all’imbrunire, poco dopo le 17. Chiaramente, a parte i due soggetti costretti a subire la rapina senza fiatare, non ci sono testimoni oculari. Subito dopo essersi impossessati degli oggetti di valore e dei soldi che Antonio Moccia e il suo amico avevano nei portafoglio, la coppia di giovani balordi è sparita nel nulla, sotto gli occhi atterriti ed increduli delle stesse vittime. Moccia e l’architetto hanno verosimilmente tirato in sospiro di sollievo quando hanno compreso che non si trattava di sicari ma di due rapinatori, forse giovanissimi e neppure della zona. Raccolta la denuncia, i carabinieri hanno provato a raccogliere elementi utili alle indagini, cercando - attraverso le telecamere poste in zona - di dare un volto ed un nome ai rapinatori, che così com’erano apparsi (ossia dal nulla), sono poi spariti con le identiche modalità, lasciando il Moccia ed il suo amico, quasi sotto choc. Indubbiamente i due giovani banditi, che hanno agito mantenendo la massima calma, non dovevano conoscere le loro vittime che sono state “adocchiate” quasi certamente a causa dell’orologio di lusso che il professionista che era con Moccia indossava. Non è la prima volta (e certamente non sarà nemmeno l’ultima), che in quello spicchio di territorio, da tempo immemore ritenuta terra di nessuno, si verificano raid criminali di questo genere, ma soprattutto con questa violenza, spesso inaudita. Passato il momento di impasse, Antonio Moccia - che sembra non essere rimasto ferito dalle schegge del vetro frantumato - si è subito portato presso la locale stazione dei carabinieri denunciando i fatti e sperando che i militari, esaminando i filmati delle telecamere di sorveglianza nei paraggi, avessero potuto rintracciare i banditi. I due quasi certamente (a distanza di qualche ora dal colpo) hanno ceduto a qualche ricettatore del territorio il Rolex d’epoca ed i bracciali portati via, minacciando di morte sia il Moccia che l’architetto. La notizia della rapina, almeno per quanto è stato poi possibile sapere, sarebbe stata raccontata dalle vittime ai loro parenti e amici, divenendo praticamente di dominio pubblico. Quasi certamente solo stamani (attraverso i giornali), i banditi conosceranno l’identità di una delle “eccellenti” vittime.
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