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Mitra a Bagnoli, quattro arresti

Mitra a Bagnoli, quattro arresti

NAPOLI. Se tre indizi fanno una prova, tra Bagnoli e Cavalleggeri sta accadendo qualcosa di davvero grosso. Dopo i colpi di pistola esplosi la settimana scorsa al rione Traiano per intimidire alcuni congiunti del collaboratore di giustizia Gennaro Carra e le due auto incendiate lunedì notte in via Boezio, le forze dell’ordine tentano un primo assedio per fermare l’escalation di violenza. Gli uomini dello Stato sono intervenuti la notte scorse passando al setaccio l’abitazione di alcuni insospettabili. Pesante il bilancio finale dell’operazione: sotto sequestro sono infatti finiti due fucili d’assalto, decine di munizioni di grosso calibro e per quattro persone è scattato l’arresto. Gli investigatori hanno stretto le manette ai polsi di Enrico De Martino, 31 anni; della compagna Maria Di Pierno, 40 anni; di Anna Chiaiese, 29 anni; e di Jouseff Abbumusli, 27 anni. La posizione dei quattro indagati è ancora al vaglio degli inquirenti ed entro la giornata di oggi sarà celebrata l’udienza di convalida davanti al gip. Incerti, almeno per il momento, i contorni della vicenda, intorno alla quale vige il massimo riserbo. I fermati vengono definiti dagli investigatori che stanno lavorando al caso come degli “insospettabili” senza guai con la legge alle spalle. Alcuni di loro avrebbero però più di qualche conoscenza “scomoda” nella mala di Cavalleggeri ed è proprio su quest’aspetto che le forze dell’ordine vogliono adesso fare luce. Non è da escludere, infatti, che l’arsenale fosse custodito con conto terzi. I due Kalashnikov sequestrati sono stati intanto inviati ai tecnici della Scientifica, che ne decreteranno a breve l’eventuale recente impiego in stese indimidatorie o fatti di sangue. Il fermo dei quattro bagnolesi arriva ad appena 24 ore di distanza dal raid incendiario verificatosi nella parte passa del quartiere. Due automobili sono state incendiate lunedì notte in via Boezio, a Bagnoli. Un episodio dai contorni ancora oscuri, che alcuni investigatori sospettano (ma per ora si tratta soltanto di ipotesi) possa essere collegabile alle tensioni negli ambienti di malavita che si sono innescate in seguito al pentimento di Gennaro Carra, genero del boss detenuto Salvatore Cutolo “Borotalco”. Intorno alle 2,30 le fiamme si sono sviluppate in strada, sprigionandosi dalle macchine e creando allarme tra gli abitanti della zona. Sul posto sono accorsi i vigili del fuoco e le forze dell’ordine, che adesso conduccono le indagini in attesa del completamento degli accertamenti sull’origine dolosa o meno dell’incendio. Intanto si indaga su voci e segnalazioni di spari e minacce, intimidazioni vere o presunte. Eppure gli investigatori di polizia e carabinieri sono sicuri che dietro il rinnovato clima di tensione negli ambienti di malavita del rione Traiano ci sia la volontà dei clan della zona di vendicarsi del pentimento di Genny Carra, un pezzo da novanta del clan Cutolo-“Borotalco” per aver sposato la figlia del boss Salvatore. L’ex ras faceva affari con il figlio di quest’ultimo, Vincenzo, ma poi, a due mesi dall’arresto, ha virato verso la Stato. E adesso l’intero quartiere è in preda a una fibrillazione dagli esiti ad oggi imprevedibili.

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