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23 Febbraio 2020 - 07:00
Dopo il morto in Veneto, altra vittima in Lombardia: è una 77enne. Paesi isolati ed edifici pubblici chiusi
ROMA. Sono 76 i positivi al Coronavirus in 5 regioni: 54 in Lombardia, 17 in Veneto, 2 in Emilia Romagna, 2 nel Lazio (la coppia di turisti cinesi allo Spallanzani) ed una in Piemonte. I ricoverati con sintomi sono 33, 18 quelli in terapia intensiva, 11 in isolamento domiciliare. Due i deceduti e una persona dimessa dallo Spallanzani. Sono i dati della Protezione civile. Diversi paesi in isolamento, chiuse scuole, uffici, tribunali e Università. E persino in chiesa c’è lo stop al segno di pace con la stretta della mano. L’epicentro del focolaio infettivo è il Basso Lodigiano, in particolare l’ospedale di Codogno, dove sono stati controllati quasi tutti i contagiati lombardi, ed anche i tre che si trovano in Emilia Romagna e quello torinese. Dopo la morte, l’altra sera, di Adriano Trevisan, 78enne deceduto venerdì sera in Veneto, ieri è stata la volta a Casalpusterlengo, in Lombardia, di Giovanna Carminati, 77 anni, morta di infarto dopo che era già debilitata: con un tampone post mortem è risultata positiva al Covid 19. E sempre ieri, nel pomeriggio, si sono tenuti i funerali e per precauzione i familiari con cui viveva hanno ricevuto la visita di un tecnico dell’Ats Città Metropolitana: pure loro stati sottoposti a un tampone. Il tutto mentre sono 450 le persone chiuse da venerdì pomeriggio all’interno dell’ospedale di Schiavonia, dove è deceduto Trevisan, a causa dell’allarme da coronavirus. Di questi, 300 sono pazienti e 150 i dipendenti della struttura. Per tutti è prevista l’effettuazione del tampone per accertare l’eventuale contagio. Il nosocomio ha complessivamente 300 posti letto e 600 dipendenti. Anche il personale che non si trovava nei reparti sarà sottoposto ai test. Le condizioni del 38enne di Codogno restano gravi anche se stabili. Il tutto mentre un 27enne si è allontanato da Codogno, dove risiede, nonostante la quarantena imposta per l’emergenza da coronavirus, ed è ritornato nel paese di origine a Montefusco, in Irpinia. È ora sottoposto alla quarantena assieme a tutta la sua famiglia. Lo ha disposto il sindaco del piccolo centro irpino, Gaetano Zaccaria. Tra i positivi anche una coppia di medici della provincia di Pavia mentre il contagiato piemontese è un 40enne torinese che lavora in provincia di Milano. L’infezione arriva anche a San Donato Milanese: un 78enne ricoverato al San Raffaele è risultato positivo anche se non ci sono ancora riscontri univoci. In Veneto, da Vo’ Euganeo ci sono dodici ammalati mentre altri quattro a Mirano. A Vo’ otto cittadini cinesi che gestiscono un’attività da cui potrebbe essere partito il contagio, sono stati portati in ospedale per verifiche.
I PROVVEDIMENTI DELLE ISTITUZIONI. Il governatore, Luca Zaia del Veneto, ha annunciato che le Università del Veneto (come in Lombardia) resteranno chiuse per l’emergenza coronavirus. La decisione è arrivata dopo essersi consultato con i rettori dei vari atenei della regione: «Abbiamo deciso di tenerle chiuse dalla prossima settimana» ha chiarito l’esponente della Lega che ha rimandato invece alle linee guida che saranno diramate dal ministro della Sanità, Roberto Speranza, eventuali provvedimenti per manifestazioni come il Carnevale di Venezia. La vicina Regione Friuli Venezia Giulia ha dichiarato lo stato di emergenza fino al 31 luglio.
ITALIA PRIMO PAESE D’EUROPA PER CONTAGI: L’INVITO DEI MEDICI DI FAMIGLIA. Numeri che fanno dell’Italia la prima nazionale d’Europa per numero di contagi. Intanto, un appello alla prudenza e al buon senso dai medici di famiglia ai cittadini italiani alle prese con l’emergenza coronavirus arrva dal segretario generale Fimmg Silvestro Scotti e dal presidente Simg Claudio Cricelli: «In caso di sintomi influenzali, anche di una febbre non troppo alta ma persistente, è bene che non ci si muova verso lo studio del medico di famiglia né verso l’ospedale se non dopo un contatto telefonico con i numeri di pubblica utilità», dicono. E da Napoli Luigi Sparano e Corrado Calamaro (Fimmg Napoli) rispondono all’appello arrivato dalla Federazione italiana dei medici di medicina generale: «Benché ad oggi non vi sia alcun contagio da Covid-19 a Napoli o in Campania riteniamo sia determinante per la salute adottare misure precauzionali straordinarie».
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