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29 Febbraio 2020 - 07:00
Prima positività per sei contatti dell'avvocato napoletano, un altro partenopeo e un militare sannita
NAPOLI. Altri otto casi di prima positività in Campania. La comunicazione ufficiale è arrivata dalla task force della Protezione civile della Regione Campania. Si tratta di sei persone, sembra colleghi di studio, entrate in contatto con l’avvocato napoletano: la positività di quest’ultimo è stata confermata ieri mattina da Roma assieme a quelle della 24enne casertana e della 25enne di Vallo della Lucania; di un altro napoletano transitato dal Milanese; e di un militare di 22 anni di Guardia Sanframondi, nel Sannio, da giovedì in quarantena volontaria, che era sceso in auto con la fidanzata e la 24enne di Caserta risultata poi affetta da coronavirus. Adesso per tutti si attende l’esito delle controanalisi che saranno effettuate a Roma. Sono già partite tutte le procedure previste dai protocolli ministeriali mentre gli operatori delle Asl di competenza, quella di Napoli 1 e di Benevento, lavorano per rintracciare altre persone venute in contatto con il legale e il militare. Il tutto mentre il governatore Vincenzo De Luca, che oggi farà il punto della situazione a Palazzo Santa Lucia, nel consueto appuntamento su Lira Tv attacca: «Stiamo affrontando il problema mantenendo la calma, vogliamo dare ai nostri concittadini la sicurezza che il problema è seguito e controllato con la massima attenzione. Vogliamo lanciare un messaggio d’equilibrio: è chiaro che c’è preoccupazione ma questo non motiva la spinta a una psicosi di massa e a situazioni di panico. Non parliamo dell’Aids o altre malattie inguaribili. Non è un raffreddore o una normale influenza, ma una patologia dalla quale nel 90% dei casi si guarisce. Bisogna evitare angoscia e panico». E ancora: «È più forte di noi, siamo uno strano Paese, non riusciamo a rimanere seri per più di una settimana. Siamo geneticamente predisposti a fare “ammuina”. Sappiamo tutti che il focolaio è partito da un ospedale e da un territorio limitato. Poi verificheremo se ci siano stati errori e sottovalutazioni, ma oggi dobbiamo solo ringraziare con tutta la forza il personale medico. Prima ci chiedevano di chiudere l’Italia e violare il trattato di Schengen, ora si vuole riaprire tutto. Mettiamoci d’accordo, bisogna essere persone serie. Si chiude o si apre sulla base delle valutazioni medico- scientifiche. La politica dovrebbe riposarsi un po’». Intanto, in Italia sale a 21 il numero dei morti: le ultime quattro vittime sono due uomini e due donne tra i 70 e gli 80 anni residenti nella zona rossa del Lodigiano. I contagiati sono complessivamente 822. Il tutto mentre si è registrato un caso nel Lazio, a Fiumicino: si tratta di una donna che era stata a Bergamo che, sottoposta ai test allo Spallanzani, è risultata positiva. La sua famiglia è stata posta sotto sorveglianza attiva allo Spallanzani. A quanto sembra la donna si era recata al Nord in visita a familiari e successivamente, tornata a casa, aveva avvertito alcuni sintomi e si era messa in autoisolamento per poi chiamare i sanitari e quindi sottoporsi ai primi test. Scendendo nel dettaglio, su 822 ammalati la metà è in isolamento domiciliare; 345 sono in ospedale con sintomi e 64 in terapia intensiva;474 sono in Lombardia; 149 in Veneto, quasi tutti in provincia di Padova e Venezia, e 143 in Emilia Romagna, la maggior parte nel Piacentino.
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