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03 Marzo 2020 - 08:41
Gli altri sono nel Salernitano (due) e uno a Benevento: il tutto su 80 tamponi esaminati. A piazza Nazionale muore un 47enne rientrato dall’Egitto, aveva accusato febbre e problemi respiratori: salma sequestrata in attesa degli accertamenti. Nel capoluogo diminuiscono del 60 per cento gli accessi ai Pronto soccorso: pesa la paura
NAPOLI. Sale a 28 il numero delle persone positive al primo test del Cotugno sul coronavirus. Sei i nuovi casi su 80 tamponi esaminati ieri: tre a Napoli città, due nella provincia di Salerno e uno a Benevento. Il tutto mentre nel pomeriggio di ieri un 47enne di Napoli è morto nella sua casa di piazza Nazionale. Era rientrato nel capoluogo campano il 15 febbraio dopo essere stato in Egitto. Aveva accusato febbre e problemi respiratori fino al decesso. La salma è stata posta sotto sequestro. Ora si attende l’esito degli accertamenti per capire le cause della morte. Per gli altri undici venuti alla luce tra domenica e lunedì si attende dall’Istituto Superiore di Sanità l’esito del secondo test. Intanto, la conferma della prima positività dei tre casi nel Casertano arriva anche dal sindaco di Cesa, Enzo Guida, e da Bellona: nel primo caso si tratta di una donna, nel secondo caso di una coppia, marito e moglie, che ha avuto contatti con persone che arrivavano dalla Lombardia. «Nessun caso presenta sintomi di particolare gravità - ha chiarito il direttore generale dell’Asl di Caserta, Ferdinando Russo - per questo la situazione attuale è sotto controllo. Come negli altri casi, anche in quello di Bellona i medici del Servizio di Epidemiologia stanno effettuando le indagini sui contatti avuti da queste persone risultate positive al tampone».
DALLA CAMPANIA POSTI LETTO PER LA LOMBARDIA. Intanto, la Regione Campania mette a disposizione della Lombardia venti posti letto di terapia intensiva ordinaria per decongestionare gli ospedali del Nord, oltre a una struttura residenziale per i familiari dei pazienti. «È un atto doveroso di solidarietà e responsabilità nazionale» sottolinea il presidente Vincenzo De Luca al termine di un incontro con alcuni dei vertici delle aziende sanitarie napoletane nel quale è stata verificata la disponibilità di posti letto nei reparti di terapia intensiva ordinaria tenendo sempre conto delle esigenze terapeutiche dei pazienti campani.
NAPOLI, DIMINUISCONO GLI ACCESSI Ai PRONTO SOCCORSO. Ma il coronavirus produce anche un effetto anomalo: la diminuzione degli accessi ai Pronto soccorso partenopei. «Abbiamo registrato una riduzione di oltre il 60 per cento, con punte anche dell’80. Davvero una cosa sconcertante, la gente teme di venire in ospedale, tranne per codici rossi o gialli» dice il dg dell’Asl Napoli 1, Ciro Verdoliva. I dati dell’ultima settimana di febbraio, confrontati con quelli dello stesso periodo dello scorso anno, parlano di 783 accessi contro 1.050 al Pellegrini; 646 in confronto a 783 al San Paolo; 648 rispetto a 739 all’Ospedale del Mare; 655 contro 855 al Loreto Mare. Intanto dai sindacalisti della Cisl Franco Della Rocca, segretario casertano della Funzione Pubblica, e Nicola Cristiani, arriva la denuncia che «la tensostruttura montata all’esterno dell’ospedale di Caserta per smaltire la folla in pronto soccorso è tuttora chiusa: non c’è personale che possa essere impiegato al suo interno. L’organico del reparto va immediatamente rafforzato, così come abbiamo chiesto alla direzione generale dell’ospedale. Bisogna valutare soluzioni utili per tutelare la sicurezza di tutti i lavoratori».
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