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16 Marzo 2020 - 17:47
NAPOLI. «Anche i delegati campani di EFI, facendo eco al direttivo nazionale, vogliono ribadire la necessità di canali di approvvigionamento preferenziali di materiali come mascherine e altri dispositivi sanitari in questo periodo di epidemia. Sembra inutile, ma siamo costretti a spiegarlo nuovamente: noi operatori funebri e cimiteriali siamo una delle categorie maggiormente a rischio e senza i dovuti dispositivi l’intero comparto rischia di fermarsi». Lo spiega Gennaro Tammaro, delegato campano di EFI (Eccellenza Funeraria Italiana), sindacato di categoria delle imprese funebri.
«Già nelle scorse ore - spiega Tammaro - abbiamo dovuto segnalare che il racconto trapelato legato al triste caso Franzese dipingeva uno stato di cose non corrispondente al vero, e che al contrario almeno il 90 percento degli impresari funebri già nelle prime battute di crisi si è organizzato autonomamente per permettere il proseguimento dell'attività anticipando i dettami dei decreti di contenimento della pandemia da un punto di vista di sicurezza dei propri lavoratori e della collettività».
«Ora invece - continua - ci tocca ribadire a livello istituzionale che la nostra operatività è essenziale, ancor più in questo periodo di complessa tenuta sociale e sanitaria. Le nostre imprese funebri stanno rispettando tutte le regole giustamente calate dall'alto ma abbiamo bisogno di mascherine e altro per poter continuare a lavorare ed evitare nuovi casi difficili da gestire. In questo momento sembra impossibile reperire quanto necessario per continuare a lavorare, ed è per questo che con una PEC da Roma rivolta alla Protezione Civile abbiamo chiesto vie di approvvigionamento preferenziali».
«Ci auguriamo - conclude - che le nostre richieste non restino inascoltate. Noi operatori stiamo gettando il cuore oltre l'ostacolo, ma a breve il rischio serio di una paralisi dei nostri servizi è pericolosamente possibile, e in un periodo di totale incertezza sullo stesso virus è impensabile fermare le operazioni funebri».
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