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18 Marzo 2020 - 18:45
NAPOLI. «Come Pastori, membri della Chiesa italiana e cittadini di questo Paese – dice il Cardinale Crescenzio Sepe - siamo tenuti a rispettare le disposizioni delle Istituzioni pubbliche. In questo tempo di grande angoscia per la gravità della tragica epidemia che travolge tanta parte del territorio nazionale, dobbiamo essere di esempio e abbiamo anche il dovere di orientare, informare, formare e guidare il popolo di Dio». «Ora, come sempre, siamo tenuti a dare testimonianza di una Chiesa che vive e opera in comunione, - continua Sepe - a servizio del popolo di Dio e pe il bene comune. Nessuno, pertanto, deve sentirsi solo e neppure deve agire in autonomia, ma deve attenersi, in coscienza, alle disposizioni comportamentali che come Vescovo ho dovuto impartire nel pieno rispetto delle norme, nazionali e regionali, introdotte per combattere il terribile “coronavirus”, a tutela della salute e della vita di ciascuno e di tutti».
Nella nota il cardinale ricorda le regole da rispettare durante l'emergenza: Non si esce di casa se non per i motivi fissati dalle Autorità civili (lavoro, salute, necessità); Non sono consentite tutte le cerimonie religiose; Le Chiese restano aperte ogni giorno, soltanto per alcune ore del mattino e unicamente per consentire a qualche fedele di confessarsi o di confidare una sua pena al parroco o per una breve preghiera individuale; comunque nel rispetto assoluto della distanza di almeno un metro tra persone e in numero assolutamente ridotto in maniera da non creare assembramento; Al sacerdote è consentita la celebrazione della Messa rigorosamente in privato, senza l’assistenza di alcuno e senza dare l’Eucaristia neppure al diacono se presente; Non è necessario procedere alla esposizione del Santissimo Sacramento o alla benedizione.
Poste queste premesse, nella Settimana Santa, a partire dalla Domenica delle Palme, tutti si uniformeranno, in comunione, alle celebrazioni fatte a porte chiuse nella Chiesa Cattedrale e trasmesse, generosamente, in diretta televisiva dall’emittente Canale 21. «È evidente che è vietato assolutamente distribuire palme e acqua santa. A Pasqua il capo famiglia guiderà la preghiera e benedirà con il segno della croce. - spiega Sepe - Sembra superfluo far presente che se vi saranno diversi orientamenti della Conferenza Episcopale Italiana se ne prenderà atto e non mancherò di dare a tutti tempestive istruzioni».
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