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Coronavirus, a Napoli esposto il Crocifisso dei miracoli

Coronavirus, a Napoli esposto il Crocifisso dei miracoli

NAPOLI. Resterà esposto fino alla fine dell'emergenza coronavirus il Crocifisso dei miracoli (nella foto di Stefano Renna) del Santuario di Nostra Signora del Carmine a Napoli. Il Crocifisso viene esposto ogni anno dal 26 dicembre al 2 gennaio, ma i religiosi hanno voluto un'esposizione straodinaria poiché il Cristo dei miracoli viene svelato nei periodi di calamità. Come, per esempio, per la pestilenza del 1656, con il terremoto del 1688, per fermare la pestilenza o nel 1688 in occasione del terremoto». La Chiesa è aperta ogni mattina fino a mezzogiorno e accoglie i fedeli. «Sono pochi - spiegano dal Santuario - vengono nonostante non dovrebbero, stanno qui nel rispetto di quanto prevedono le norme, ma dovrebbero stare a casa. Anche perché si può pregare in qualsiasi luogo, anche casa diventa chiesa quando una famiglia prega».

IL MIRACOLO DEL CROCIFISSO. Il miracolo del crocifisso è legato alla lotta, nel secolo XV, tra gli Angioini e gli Aragonesi, per il dominio di Napoli. Già dominava in Napoli Renato d'Angiò, il quale aveva collocato le sue artiglierie sul campanile del Carmine, trasformandolo in vera fortezza, quando Alfonso V d'Aragona assediò la città, ponendo l'accampamento sulle rive del Sebeto, nelle vicinanze dell'attuale borgo Loreto. Secondo la tradizione il 17 ottobre 1439, l'infante Pietro di Aragona fece dar fuoco a una grossa Bombarda detta la Messinese, la cui grossissima palla, (ancora conservata nella cripta della chiesa), sfondò l'abside della chiesa e andò in direzione del capo del crocifisso che, per evitare il colpo, abbassò la testa sulla spalla destra, senza subire alcuna frattura. Il giorno seguente, mentre l'infante Pietro dava di nuovo ordine di azionare la Messinese, un colpo partito dal campanile, dalla bombarda chiamata la Pazza, gli troncò il capo. Re Alfonso tolse allora l'assedio, ma quando, ritornato all'assalto nel 1442, il 2 giugno entrò trionfalmente in città, il suo primo pensiero fu di recarsi al Carmine per venerare il crocifisso e, per riparare l'atto insano del defunto fratello, fece costruire un sontuoso tabernacolo. Questo però, compiuto dopo la morte del re, accolse la miracolosa immagine il 26 dicembre del 1459. Da allora, l'immagine viene svelata il 26 dicembre di ogni anno e resta visibile al gran concorso di fedeli per otto giorni, fino al 2 gennaio. La stessa cerimonia si ripete nel primo sabato di quaresima per ricordare l'avvenimento del 1676, in cui Napoli fu risparmiata da una terribile tempesta, sedata secondo la leggenda popolare dall'intercessione del crocifisso svelato in via eccezionale per l'occasione nefasta. Nel 1766 fu alquanto modificato e innalzato così come ancora oggi lo si ammira.

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