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Studenti Unisob rientrati dall'estero, le storie e l'appello: restiamo a casa

Studenti Unisob rientrati dall'estero, le storie e l'appello: restiamo a casa

NAPOLI. «Restate a casa. Per tutelare la vostra salute e quella degli altri. E per rispetto verso lo straordinario lavoro dei medici e degli infermieri che in questi giorni rischiano la vita in corsia». Chiaro, netto e molto accorato l’appello dei ‘reduci’ dall’Erasmus dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli.

Molti studenti nei giorni scorsi, vista la situazione emergenziale di molti Paesi europei, hanno scelto di rientrare in Italia, supportati dal lavoro dell’Ufficio Erasmus dell’Ateneo in costante contatto con la Farnesina e le diverse Ambasciate italiane. E ora che gli studenti rientrati, tra mille difficoltà, sono responsabilmente in autoisolamento domiciliare hanno scelto di lanciare attraverso i canali social del Suor Orsola un appello ai tanti studenti e lavoratori italiani rientrati in questi giorni (prima dell’ultimo provvedimento restrittivo del governo) nelle loro residenze sia dall’estero che dal Nord Italia.

Claudia Calvanese, studentessa di Scienze della formazione primaria al Suor Orsola, ha impiegato due giorni interi per rientrare dalla Spagna, uno dei Paesi europei più in difficoltà in queste ultime ore. Un giorno per viaggiare con quattro diversi treni da Cadice a Barcellona, passando prima per Siviglia e poi per Madrid. E un giorno per tornare in nave in Italia fino a Civitavecchia. «Anche in Spagna è ormai tutto chiuso - racconta Claudia - e restano aperti solo supermercati, farmacie e servizi essenziali. Le Università sono chiuse e si sono organizzate con le lezioni online, quindi per noi studenti Erasmus non aveva senso ‘stare reclusi’ lontani dai nostri familiari. L’importante è prendere tutte le dovute precauzioni di isolamento domiciliare una volta rientrati a casa».

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