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26 Marzo 2020 - 17:20
Il primo cittadino di Messina denunciato dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, con l’accusa di vilipendio della Repubblica, delle Istituzioni costituzionali e delle Forze armate
MESSINA. Il sindaco di Messina, Cateno De Luca, è stato denunciato dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, con l’accusa di vilipendio della Repubblica, delle Istituzioni costituzionali e delle Forze armate “a seguito delle parole gravemente offensive, e lesive dell’immagine per l’intera istituzione che lei rappresenta, pronunciate pubblicamente e con toni minacciosi e volgari". Da tempo infatti porta avanti una campagna anti-coronavirus che mira a bloccare gli sbarchi dalla Calabria, giustificando la propria azione con l’esigenza di garantire la sicurezza dei propri cittadini riguardo alla diffusione del virus. «Messina è la porta della Sicilia e io la chiudo se nessuno la controlla», dice in un’intervista al Corriere della Sera. E se la prende con il Governo: «Sforna decreti che non fa applicare. Intanto bisognava fare partire migliaia di meridionali in treno ai primi due decreti. Adesso arriva anche gente partita dalla Francia scoprendo solo qui che, nel frattempo, è scattato un terzo decreto. Un caos. Difendo la salute di questa isola dove grazie ai buchi del governo abbiamo registrato più di 30mila arrivi». E per protestare contro questo stato di cose ha anche provveduto ad occupare l’Hotel Europa: «Ho occupato l’Hotel Europa, questa vergogna di Stato deve cessare immediatamente - ha detto in un video riferendosi a una parte dei viaggiatori, circa un centinaio, bloccati per ore agli imbarcaderi a Villa San Giovanni e poi fatti sbarcare ieri nella città siciliana -. Non me ne vado fino a quando non saranno liberate queste persone che sono state sequestrate qui. Ieri notte quelli di Villa San Giovanni sono stati liberati con un provvedimento del prefetto di Reggio Calabria e noi già ieri pomeriggio avevamo espresso il nostro parere favorevole per risolvere questa vergogna di Stato. Queste persone non dovevano assolutamente arrivare a Villa, andavano bloccate prima e lo Stato non può continuare a creare queste situazioni di grande imbarazzo».
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