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17 Febbraio 2016 - 16:20
NAPOLI. ''Eminenza, richiamo la sua attenzione sulla drammatica vicenda che ha riguardato Giovanni Carretta, titolare da oltre sessant'anni di uno storico negozio di abbigliamento sito in Napoli al Corso Umberto I e che ha rischiato di concludersi con un gesto estremo". Lo scrve Pietro Russo, presidente di Confcommercio Imprese per l'Italia della provincia di Napoli, in una lettera indirizzata al cardinale di Napoli Crescenzio Sepe. "Nella qualità di presidente dell'organizzazione maggiormente rappresentativa delle aziende del terziario, che ha tra le sue finalità statutarie la tutela degli operatori commerciali e che, per il ruolo istituzionale svolto, ben conosce le difficoltà che da diversi anni gli operatori commerciali soprattutto di Napoli e provincia stanno vivendo a causa della gravità e del perdurare della crisi economica - prosegue - richiedo il suo autorevole intervento affinché l'Ordine Religioso Francescano, proprietario dell'immobile in oggetto, possa riconsiderare la questione, favorendo un percorso di mediazione che consenta di trovare una soluzione bilanciata tra gli opposti interessi''. ''Già in passato nei suoi discorsi, quale massima autorità morale del nostro territorio, ha avuto modo di ribadire, di fronte alle disperazione delle famiglie colpite dalla perdita del lavoro e dalla mancanza di fonti di reddito, l'importanza di testimoniare la solidarietà non solo con le parole ma soprattutto con gesti concreti a partire dalla stessa Chiesa, entrando nella realtà concreta delle persone per coglierne le speranze e le attese - scrive ancora Russo - Sono certo che la sua discesa in campo saprà illuminare la strada da percorrere, ispirando il compimento di azioni misericordiose di cui si avverte sempre più il bisogno in un mondo che sembra divenuto sordo alle invocazioni di aiuto''.
NAPOLI. Si è barricato nel suo negozio di Corso Umberto per evitare lo sfratto esecutivo e ha minacciato di suicidarsi. "Non è una protesta, è un atto di disperazione", spiega Fernando, il figlio di Giovanni Carretta, titolare di un negozio di abbigliamento maschile in corso Umberto, a Napoli. Fernando racconta la storia del papà e della sua famiglia che quel negozio lo gestisce da 60anni. "Abbiamo sempre pagato, siamo brava gente ma la crisi ha spezzato le gambe anche a noi - dice - Fernando - il costo dell'affitto poi è salito alle stelle: dai due milioni delle vecchie lire a seimila euro. Mio padre pagava non tutto ma una parte la pagava. Con questa crisi come si può pagare un fitto così tanto alto? Abbiamo cercato di spiegarlo ai francescani ma non hanno voluto sentire storie". E così oggi è arrivato il giorno dello sfratto esecutivo. "Grazie a questo negozio vive una intera famiglia: mio padre, mia madre, mio fratello ed una mia sorella divorziata con due bimbi. E poi ci sono io che ho solo un lavoro part time da 700 euro al mese - racconta ancora Fernando - Ad oggi l'unico stipendio a disposizione di tutta la famiglia. Già il 23 dicembre scorso mio padre venne a casa e ci disse di non sentirsi più un uomo. Scomparve per ore e poi lo ritrovammo barricato nel negozio. É disperato, vuole uccidersi. L'unica cosa che chiede è di incontrare i padri francescani per provare a trovare un accordo".
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